Créolité
movimento ideologico e culturale nato nei territori francesi d'oltremare, Caraibi e isola de La Réunion, con cui si designano la cultura locale e le sue contaminazioni con la cultura francese. Il poeta martinichese G. Gratiant designò il creolo come l'ultima delle lingue romanze, nata dalla schiavitù. L'uso del creolo si limitò alla sola comunicazione orale fino al sec. XX, quando divenne oggetto di studi teorici e, solo successivamente, lingua letteraria. In questo caso è spesso mescolato al francese, dando luogo a una forma linguistica assai originale, dalle sonorità dolci che con tanta abilità ha saputo esaltare P. Chamoiseau nei suoi libri. Nel 1989, tre scrittori martinichesi, J. Bernabé, R. Confiant e P. Chamoiseau pubblicarono l'Éloge de la Créolité, una difesa della lingua creola integrata ormai nella loro opera, senza escludere le contaminazioni del francese della vita ufficiale. Due anni più tardi, escono le Lettres créoles. Tracées antillaises et continentales de la littérature 1635-1975, in cui gli stessi autori sviluppano ciò che rende particolare la letteratura antillana e cioè la commistione di più razze e più lingue. Gli autori rifiutano ogni categorizzazione, non s'identificano con la letteratura africana, con quella delle isole o con l'afro-antillano, ma nel creolo vedono l'unione di tutte queste tendenze. Sia il movimento della Créolité sia quello Créoliecercano una conciliazione nel nome della Reunnionité, che non segni una frattura definitiva con la cultura francese dominante.