Créolie
movimento ideologico e culturale sviluppatosi nell'isola La Réunion, con cui si designano la cultura locale e le sue contaminazioni con la cultura della madrepatria. Il termine, introdotto nel 1970 da J. Albany senza formularne una definizione precisa, è stato inserito nel Petit glossaire, le piment des mots créoles (1974). Il movimento vero e proprio fu fondato da G. Aubry e J. F. Sam-Long, i quali presentarono nel 1978 il manifesto Hymne à la Créolie, in cui individuavano un collegamento con il movimento della Négritude. Si voleva così attenuare l'opposizione esistente tra cultura francese e cultura creola, abbattendo le barriere ideologiche e stabilendo un legame tra i diversi gruppi etnici che vivono sull'isola attraverso la ricerca di un'identità specifica. Tra gli autori che utilizzano il creolo come lingua letteraria, va citato lo stesso J. Albany, con Miel vert (1966) in cui è evidente lo sforzo di arricchire la lingua. J. H. Azéma approfondisce invece gli aspetti storici in Dodo vavangeur (1986) e Au soleil des dodos (1990). Dal punto di vista dell'impegno sociale e politico, il movimento Créolie sembra il più rivendicativo. In questo senso ricordiamo B. Gamaleya, considerato da molti come il più importante poeta reunionese, per Vali pour une reine morte (1972), La mer et la mémoire (1978) e Le faujan des pensées (1987), e A. Gauvin, le cui ricerche poetiche affluiscono nel romanzo Faims d’enfance (1987), nuova tappa nell'affermazione di una letteratura reunionese originale, e anche in L’aimé (1990) e Cravate et fils (1996).