Coràsmia
regione storico-geografica dell'Asia centroccidentale, a S del lago d'Aral, comprendente la striscia di territorio a cavallo del corso inferiore dell'Amudarja. È amministrativamente divisa tra Uzbekistan e Turkmenistan: città principali sono Hiva, Urgenč e Nukus. In greco, Xorasmía; in latino Chorasmia; in persiano, Khārazm; in arabo, Khwārizm. § Un regno corasmiano preachemenide è già noto a Erodoto: pare che Ciro (sec. VI a. C.) lo assoggettasse, costruendo poi dighe alle foci dell'Oxus (Amudarja). La Corasmia subì a lungo il dominio persiano; era però autonoma al tempo di Alessandro e tale rimase sino alla conquista araba (665-712). Il livello di civiltà era elevato, specie in Kāth, sede di potenti dinastie (i Khwārizm Shāh) vassalle degli Arabi del Khorāsān. Nonostante queste perdessero terreno sotto la spinta delle dinastie nazionali, l'influenza culturale araba fu notevole. Nel 995 Maḥmūd ibn Muḥammad fece di Gurganǧ (odierna Urgenč) la capitale di un regno autonomo, comprendente tutto il Paese, dove furono ospiti al-Bīrūnī e Avicenna. La Corasmia passò sotto la dinastia turca dei Ghaznavidi (1017) e poi ai Selgiuchidi), finché finì col turchizzarsi nella lingua e nella cultura. Sotto il dominio dei Selgiuchidi si affermò con sempre maggiore prepotenza una dinastia turca (1077-1231) che riuscì a rendersi autonoma e a gettarsi in un'azione politica di largo raggio. Essa sconfisse gli ultimi Selgiuchidi con Atsïz (ca. 1127-1156) e Tökiš (Tukuš; 1172- 1200), occupando il Khorāsān ed Esfahān, poi, con ʽAlā ad-Dīn Muḥammad (1200-1220) puntò al cuore del mondo islamico, tentando di detronizzare il califfo abbaside e conquistando gran parte della Persia e dell'Afghanistan. La nuova dinastia non riuscì a far fronte a Gengis Khān che, probabilmente aizzato dal califfo, piombò (1220) sulla Corasmia. ʽAlā ad-Dīn, fuggiasco, morì in un'isola del Caspio e suo figlio Galāl ad-Dīn Mangubarnī si presentò come il vendicatore dell'Islam contro l'invasore mongolo. I suoi tentativi non ebbero però seguito ed egli morì, inseguito dai Mongoli, sui monti del Kurdistān. La dipendenza dai Mongoli si protrasse fino al 1360 e nel 1379 Tamerlano, vinta ogni resistenza, incorporò la Corasmia al suo regno di Transoxiana. I Timuridi governarono sino al 1507, quando vennero espulsi dalla regione da un mongolo turchizzato, Muḥammad Šaibānī, alla testa di bande uzbeche. Si creò allora un khānato, che prese il nome di Hiva (capitale dal 1610 al posto di Urgenč); nel 1873 Hiva fu occupata da truppe russe e il khān accettò il protettorato dello zar. § Lo sviluppo urbanistico della regione ha inizio con l'annessione della Corasmia all'Impero persiano e con la fondazione dei centri di Kalaly-ghyr e Kuzeli-ghyr. Resasi indipendente durante il regno di Alessandro Magno, fiorirono dal sec. IV a. C. al I d. C. alcuni centri di cultura ellenistica, in cui rimasero vive le tradizioni architettoniche e cultuali dell'età precedente. Con la civiltà indo-scitica del Kuṣāṇa (sec. I-III d. C.), la regione conobbe il massimo splendore e l'intenso incremento urbanistico è evidente nella stazione di Ajaz-kala. Dopo essere stata legata alle grandi potenze limitrofe, Iran prima, il mondo arabo poi, la Corasmia medievale fu sede (sec. VI-IX) di una civiltà feudale innovativa per l'innesto nella più antica e autoctona facies culturale di nuove correnti etico-religiose (zoroastrismo) e di nuove tipologie urbanistiche rispondenti al sistema sociale: una serie di castelli sparsi nel territorio dimostra dal sec. IX al sec. XI la continuità architettonica e del sistema feudale. A questa fase sono attribuibili pregevoli ceramiche nere lavorate a rilievo. La Corasmia decadde con l'invasione mongola, che pose fine a un ultimo periodo di crescita economica. In seguito la regione si sviluppò artisticamente nel più vasto ambito persiano, come testimoniano gli ancor numerosi monumenti dei sec. XIV-XIX a Kunya, Urgenč, Ostana, Khanki, Khazarasp e, soprattutto, Hiva.