Collenùccio, Pandòlfo
umanista e uomo politico (Pesaro 1444-1504). Studiò sotto la guida di Guarino Veronese, laureandosi in diritto a Padova. Fu al servizio di Giovanni Sforza a Pesaro, finché, venuto in contrasto con lui, fu esiliato e privato dei beni. Per la sua vasta cultura fu protetto da Lorenzo il Magnifico, dai Gonzaga e da Ercole I d'Este. Legato di quest'ultimo presso Cesare Borgia, ne sostenne il tentativo di egemonia in Romagna ma, crollato il potere dei Borgia, Giovanni Sforza ritornò a Pesaro e si vendicò di Collenuccio, facendolo uccidere. Amico di Poliziano, legato all'ambiente culturale fiorentino, Collenuccio scrisse opere in latino e in volgare. Tra esse: il trattato Dell'educazione (postumo, 1542), dei Dialoghi (1497) di gusto lucianesco, quattro Apologi (postumi, 1517) in latino e, soprattutto, il Compendio de le istorie del regno di Napoli (6 libri, iniziato nel 1498). Tra le sue rime petrarchesche spicca la Canzone alla morte, in cui ricorrono i tipici motivi dello stoicismo umanistico.