Chièsa bùlgara
Chiesa nata dalla conversione di Boris che nell'864 ricevette il battesimo poi imposto a tutti i sudditi. Era il periodo dello scisma di Fozio e Boris tentò inutilmente di assimilarsi al basileus bizantino nell'intento di dare alla Bulgaria indipendenza politica e religiosa. Fallito tale tentativo, cercò accordi col papa Niccolò I per avere vescovi e arcivescovi. Boris manovrò all'VIII Concilio ecumenico di Costantinopoli dell'869-870 per inserire la Chiesa bulgara nella sfera di Bisanzio, in attesa di raggiungere un'autonomia completa. Roma la riconobbe nel 924 e Bisanzio nel 945. Con la progressiva annessione però dell'Impero bulgaro all'Impero bizantino, conclusa da Basilio II nel 1018, la Chiesa bulgara perse la sua autonomia religiosa. A Ocrida, per ordine dello stesso Basilio II, venne così stabilito il centro del nuovo arcivescovato greco-bulgaro autonomo incorporato nella Chiesa bizantina. Nacque un patriarcato che, disputato poi tra Greci e Bulgari, andò avanti fino al 1767 allorché venne incorporato al “patriarcato ecumenico”. Solo nel 1870 sorse un esarcato bulgaro indipendente dal “patriarcato ecumenico”; ma questo tuttavia nel 1872 riuscì a far decretare dal Sinodo di Costantinopoli la separazione dei Bulgari dalla Chiesa ortodossa, con una scomunica tolta soltanto nel 1945 da un nuovo Sinodo di Costantinopoli che riconobbe alla Chiesa bulgara l'autocefalia. Sei anni dopo veniva creato il patriarcato di Bulgaria con l'elezione nel 1953 del primo patriarca.