Chamberlain, Joseph
statista britannico (Londra 1836-Highbury, Birmingham, 1914). Leader dei liberali unionisti che si opposero alla politica di autogoverno per l'Irlanda di Gladstone e creatore del movimento imperialista, fu sindaco di Birmingham, di cui fondò l'università, divenendone in seguito il primo cancelliere (1900). Entrò nel gabinetto Gladstone come rappresentante dell'ala radicale dei liberali, con la carica di presidente del Board of Trade (Ministero del Commercio, 1880). Si scontrò duramente con Gladstone non condividendone la politica irlandese e nel marzo 1886 diede le dimissioni; Chamberlain decise allora di appoggiare con discrezione il governo conservatore per imporgli una politica sociale avanzata. Nel 1895, su sua richiesta, divenne ministro per le Colonie nel terzo gabinetto Salisbury; diresse la guerra contro i Boeri e lavorò per creare rapporti più stretti tra l'Inghilterra e le colonie. In politica estera fu un convinto assertore della necessità di porre fine alla politica dello “splendido isolamento” e in questo senso cercò agganci con l'America e con il Giappone. La sua principale mira fu tuttavia quella di concludere un'alleanza anglo-tedesca, ma i suoi sforzi caddero nel nulla per non essere stati accolti dal cancelliere tedesco von Bülow e da von Holstein. Voltosi alla Francia, iniziò quei contatti che avrebbero permesso il raggiungimento della “Cordiale intesa” (aprile 1904). L'apporto che la Gran Bretagna ricevette durante la guerra del Sudafrica dalle colonie dotate di autogoverno intensificò l'imperialismo di Chamberlain, che fu sempre più preso dall'idea di un impero unito. Sostenne tariffe commerciali preferenziali come mezzo per giungere a un'unione politica più stretta di tutto l'impero, in contrasto con la tradizionale politica del libero commercio. Alle elezioni generali del 1906 la coalizione unionista subì una grave sconfitta; colpito da paralisi, Chamberlain dovette abbandonare la vita politica.