Gladstone, William Ewart
statista britannico (Liverpool 1809-Hawarden 1898). Eletto ai Comuni nel 1832, iniziò la carriera politica tra i conservatori e ricoprì cariche minori al Tesoro e alle Colonie nel primo governo Peel (dicembre 1834-aprile 1835). Avvicinatosi gradualmente a posizioni più liberali, fu viceministro (1841-43), ministro del Commercio (1843-45) e ministro delle Colonie (dicembre 1845-luglio 1846) nel secondo gabinetto Peel, del quale condivideva l'impostazione politica più aperta rispetto all'originale partito di appartenenza. Spinto sempre più verso le idee liberali dall'approfondimento della conoscenza dei problemi del commercio e dalla necessità di considerare le aspirazioni dei coloni di lingua inglese all'autogoverno, fu presto considerato il maggior collaboratore di R. Peel ai Comuni e dopo la morte di quest'ultimo (1850) per 9 anni sia i liberali sia i conservatori, e in particolare i loro due grandi leaders Palmerston e Disraeli, diffidarono di lui. Nominato cancelliere dello Scacchiere nel governo di coalizione di lord Aberdeen (1852-55), impostò una coraggiosa politica finanziaria che fu però scombussolata dallo scoppio della guerra di Crimea, e infine, entrando definitivamente nel Partito liberale, accettò ancora la carica di cancelliere dello Scacchiere nel secondo governo Palmerston (1859-65); in questi anni impostò le finanze britanniche su un'ampia base di libero commercio e simpatizzò per la causa della libertà dell'Italia, alla cui unificazione, con Palmerston e Russell, diede il suo appoggio. Morto Palmerston (1865), mantenne le stesse mansioni nel successivo governo Russell (1865-66), assumendo anche la direzione del Partito liberale ai Comuni. Passato all'opposizione (1866-68) dopo la sconfitta del governo Russell e vinte le elezioni generali del dicembre 1868, formò il suo primo governo (1868-74), che volse i principali sforzi alla politica estera e irlandese, mentre in politica interna attuò riforme nell'amministrazione, nell'istruzione (Education Act, 1870) e nell'esercito. Ma la pubblica opinione si mostrò lenta ad accogliere le troppe riforme e nelle elezioni del 1874 il Partito liberale subì una pesante sconfitta; date le dimissioni da ogni carica, Gladstone si ritirò ad Hawarden occupandosi di studi letterari. Tornato alla politica attiva per denunciare le brutali repressioni turche nei Balcani (1875-76) e l'indifferenza del governo conservatore di Disraeli, pubblicò il famoso pamphlet Bulgarian Horrors and the Question of East (1876), e alle elezioni del 1880 il Partito liberale riacquistò una vasta maggioranza. Costituito il suo secondo governo (1880-85), fu anche cancelliere dello Scacchiere fino al 1882 e introdusse un Reform Act (1884) col quale il corpo elettorale veniva quasi raddoppiato. In politica estera dovette affrontare il problema dei Boeri del Transvaal, dei disordini in Irlanda e prese con riluttanza la decisione di occupare l'Egitto (1882) in seguito alla situazione creatasi in quel Paese per la grave condizione finanziaria. Quando il governo fu battuto sul bilancio di previsione (1885), diede le dimissioni senza rincrescimento. Ancora premier in un terzo governo (febbraio-luglio 1886) presentò un progetto, che fu respinto, per l'autonomia dell'Irlanda. Primo ministro, a 83 anni, per la quarta volta (1892-94), presentò ancora inutilmente una proposta sullo stesso argomento (1893) dando infine le dimissioni perché non era d'accordo su un forte aumento nel preventivo delle spese navali. Amministratore efficientissimo delle finanze statali, ebbe un inflessibile senso del dovere e una grande capacità di lavoro; fu anche un oratore di eccezionale abilità, tra i più incisivi della storia parlamentare britannica.