Ceausescu, Nicolae
uomo politico romeno (Scornicesti, Pitesti, 1918-Tărgovište 1989). Giovanissimo militante comunista, si rifugiò nell'URSS durante il regime fascista e partecipò poi attivamente alla resistenza contro i Tedeschi. Fu ministro dell'Agricoltura (1948-50) e della Difesa (1950-54). Succedette nel 1965 a Gheorghiu-Dej come segretario generale del partito comunista romeno condividendo inizialmente il potere con Stoica e Maurer. Nel 1967 divenne anche presidente della Repubblica e negli anni Settanta consolidò ulteriormente il proprio potere cumulando le cariche di segretario generale e capo dell'Ufficio permanente del Comitato politico esecutivo del partito, presidente del Consiglio di Stato, presidente del Consiglio supremo dell'economia e dello sviluppo sociale, comandante supremo delle Forze Armate. Una politica estera autonoma dall'URSS e la promozione dello sviluppo economico nazionale a ritmo accelerato diedero inizialmente risultati produttivi brillanti. Tuttavia, ambizioni eccessive ed errori di calcolo non tardarono a provocare gravi conseguenze, inaspritesi nel corso degli anni Ottanta. I sacrifici prolungati e sempre più pesanti per la popolazione e al tempo stesso un'accentuazione del carattere autoritario e oppressivo del regime, nonché un suo crescente isolamento internazionale non bastarono a far recedere Ceausescu dai suoi metodi e obiettivi. Nel dicembre 1989, i cruenti scontri tra dimostranti e forze dell'ordine e il conseguente massacro di Timiṣoara, deprecato sia dai Paesi occidentali sia da quelli dell'Est e dall'Unione Sovietica, furono fatali al regime. Il dittatore e sua moglie, catturati mentre tentavano di fuggire e sottoposti a un processo sommario durato poche ore, riconosciuti colpevoli di genocidio e condannati a morte da un tribunale militare, furono giustiziati mediante fucilazione, il 25 dicembre 1989.