Cassiodòro

(latino Flavius Magnus Aurelius Cassiodorus Senator). Uomo politico e letterato (Squillace ca. 490-Vivario 583). Appartenente a una potente famiglia di funzionari di origine siriaca, fu dal padre, praefectus praetorio sotto Teodorico, introdotto nella carriera amministrativa. Giovanissimo fu consiliarius del padre, poi, grazie a un elogio scritto in onore di Teodorico, divenne questore e segretario del re per il quale redasse numerose missive. Nel 514 fu fatto console ordinario, poi magister officiorum, praefectus praetorio (533) e patricius. Collaborò con Teodorico non solo nel tentativo di conciliare l'elemento romano con quello goto, ma anche, in politica estera, nell'opera di mediazione tra le varie popolazioni barbariche. Alla morte di Teodorico, Cassiodoro esaltò la politica del defunto re contro i suoi detrattori nella Historia gothica, che gli valse il favore della reggente Amalasunta e del giovane Atalarico. Al culmine della sua potenza, difese lo Stato contro le mire bizantine e cercò di tenere a freno le diverse fazioni gote. L'inizio della guerra gotica segnò il tramonto della sua politica. Invano Cassiodoro si adoperò per far da mediatore tra Teodato e Giustiniano; la deposizione del re goto, la sconfitta e la cattura del suo successore, Vitige, segnarono la fine del suo ideale politico e la rovina dei risultati ottenuti. Cassiodoro si ritirò allora presso Squillace nel monastero di Vivario da lui fondato, dove terminò la sua vita meditando, lavorando e scrivendo. Qui si dedicò a opere didattiche per il clero e all'organizzazione dell'attività erudita fra i monaci. Nella piena maturità Cassiodoro affidò il meglio di sé alle Institutiones divinarum et saecularium litterarum, sorta di enciclopedia propedeutica allo studio delle lettere sacre e profane. Per trascrivere bene gli autori antichi, attese inoltre alla stesura del trattato De orthographia. Tra le altre opere di Cassiodoro sono da ricordare la Chronica, un abbozzo di storia universale scritto nel 519 su invito della corte gotica; le Variae (537), raccolta di epistole in 12 libri, cui aggiunse 3 anni dopo il 13º libro (De anima), che furono assunte a modello della lingua cancelleresca e curiale. Merito precipuo di Cassiodoro è quello di aver promosso la conservazione dei manoscritti nei monasteri, contribuendo a tramandare un prezioso patrimonio culturale, destinato a rivivere nell'età umanistica.

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