Caròto, Giovàn Francésco
pittore italiano (Verona ca. 1480-ca. 1555). A bottega presso il Liberale, di questi conservò il linguaggio nel segno secco e contenuto che caratterizzò le sue Madonne (Galleria Estense di Modena; Gallerie dell'Accademia di Venezia). Il suo mantegnismo derivò probabilmente dal Bonsignori che conobbe a Mantova. Nei tre Arcangeli (Verona, Museo di Castelvecchio), realizzati sul finire del primo decennio del sec. XVI, raggiunse una maturità stilistica che lo spinse a raddolcire le forme, a rendere più sicuro il segno e ad arricchire l'accordo cromatico. Stabilitosi definitivamente a Verona, dopo una feconda permanenza a Casale presso Guglielmo di Monferrato, lavorò ispirandosi al Giampietrino, al Luini, al Boltraffio, al Bramantino, a Leonardo del quale copiò la celebre Cena per il convento veronese di S. Girolamo. Dopo il 1530 si accostò a Raffaello esasperandone tuttavia gli schemi compositivi. Di questo periodo rimane qualche opera valida (pala di S. Fermo, 1528, Accademia Carrara a Bergamo).