Candid, Pieter
nome con cui è noto il pittore tedesco Pieter de Wit o de Witte (forse Bruges ca. 1548-Monaco 1628). Verso il 1570 si recò a Firenze e rimase in Italia fino al 1581, firmandosi Pietro d'Elia Candido. Come aiuto del Vasari lavorò a Roma (1570-72) alla Sala Regia in Vaticano e nel 1573-74 in Firenze all'affrescatura della cupola di S. Maria del Fiore. Chiamato nel 1585-86 a Monaco al servizio di Guglielmo di Baviera, affrescò il Grottenhof e la cappella del palazzo della Residenza, lasciando in essi il segno del manierismo tosco-romano. Realizzò anche pale d'altare per chiese di Monaco, di Frisinga e di Augusta. L'opera critica del pittore è stata ricostruita solo recentemente. Nei suoi dipinti (specie le Sacre Conversazioni, Parigi, Louvre; Madonne, Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte) lo stile trapassa dai gusti del Vasari e del Salviati alle impressioni di Fra' Bartolomeo e di Andrea del Sarto filtrati dal ritrattismo fiammingo.