Buzea, Constanta
poetessa romena (Bucarest 1941). Si distingue nel panorama letterario romeno per la sua voce insieme delicata ed essenziale e per l'omogeneità della sua produzione. La sua è una poesia tipicamente femminile che, sommessa e malinconica pur senza indulgere a sentimentalismi, ruota quasi prevalentemente intorno a elementi biografici e intimisti, ma che lascia spazio anche a inquietudini e problemi esistenziali: il rimpianto per l'inarrestabile fluire del tempo, il sentimento dell'abbandono, la sofferenza, la desolazione, la morte (Sulla terra, 1963; Le nuvole, 1968). Con la scoperta di un vuoto interiore si impongono l'indurirsi e l'oscurarsi del tono, l'incubo e l'angoscia della solitudine, ma anche l'equilibrata riflessione sulla propria sensibilità vibrante e ferita (Agoniche, 1970; La sala dei nervi, 1971). Entro questi termini prosegue con coerenza, non esente da qualche scadimento ripetitivo, tutta la sua produzione ulteriore (Pastelli, 1974; La proda dell'ora, 1976; Ombra per il cielo, 1981; La pianta memoria 1985; La chiave chiusa, 1987).