Bourget, Paul

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scrittore francese (Amiens 1852-Parigi 1935). Esordì con alcune raccolte di versi: Au bord de la mer (1872) e Les aveux (1875), ma assurse alla notorietà come romanziere. Nei salotti della borghesia parigina Bourget, allora discepolo di Taine e ammiratore di Balzac e di Stendhal, trovò materia per i suoi romanzi psicologici: Cruelle énigme (1885), André Cornélis (1887). L'identificazione di letteratura e psicologia fu da Bourget sostenuta e analizzata negli Essais de psychologie contemporaine (1883) e nei Nouveaux essais (1885). Tuttavia, a partire dal romanzo Le disciple (1889), il sottile gioco dell'intelligenza introspettiva si è accompagnato a un nuovo impegno morale, che ha portato lo scrittore a diventare non solo l'oppositore del naturalismo e del positivismo, ma anche il sostenitore dei valori tradizionali, primo dei quali è la famiglia. Antidreyfusiano e royaliste, Bourget sposò la causa della destra francese (Au service de l'ordre, 1929). Accademico di Francia nel 1894, maestro ammirato, continuò a pubblicare romanzi, esasperando la ricerca psicologica quasi a diventare psichiatra di anime malate in una società malata: Cosmopolis (1893), L'étape (1902), Le démon de midi (1914), Un drame dans le monde (1921), Nos actes nous suivent (1927).

Bibliografia

M. Matucci, La critica di Paul Bourget nel suo tempo, Napoli, 1960; V. Bromvert, The Intellectual Hero, Chicago, 1961; M. Mansuy, Un moderne: Paul Bourget, Parigi, 1961; E. Carassus, Le snobisme et les Lettres françaises de Paul Bourget à Proust, Parigi, 1966; J.-J. Alzin, Bourget “au service de l'ordre”, Parigi, 1979; A. M. Mangia, Paul Bourget e l'Italia, Galatina, 1987.

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