Born, Max
Indicefisico inglese di origine tedesca (Breslavia 1882-Gottinga 1970). Allievo di D. Hilbert, dopo aver insegnato a Berlino e Francoforte diresse l'Istituto di fisica teorica di Gottinga (1921-33) creando una scuola scientifica che ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo della nuova meccanica quantistica attraverso l'elaborazione della cosiddetta “meccanica delle matrici”. All'avvento del nazismo lasciò la Germania stabilendosi in Gran Bretagna dove insegnò nelle università di Cambridge ed Edimburgo. Le ricerche fondamentali di Born, svolte in collaborazione con W. Heisenberg e E. P. Jordan, introducendo metodi statistici nella teoria dei quanti, fornirono un valido modello matematico per lo studio dei fenomeni in scala atomica. Nel 1954 gli fu assegnato il premio Nobel per le sue fondamentali ricerche di fisica quantistica e soprattutto per la sua interpretazione statistica della funzione d'onda. Altre sue ricerche riguardano la dinamica dei reticoli cristallini e la teoria cinetica dei fluidi. Tra le opere si ricordano: Atomic Physics (1935), Natural Philosophy of Cause and Chance (1949).
Approssimazione di Born-Oppenheimer
L'approssimazione di Born-Oppenheimer, detta anche approssimazione adiabatica, alla base della maggior parte delle teorie fisiche sui solidi, è strutturata sul principio che gli elettroni e gli ioni che compongono gli atomi di un solido hanno differente massa: più piccola quella degli elettroni, più grande quella degli ioni: gli ioni “risponderanno” molto lentamente alle variazioni delle configurazioni elettroniche, mentre gli elettroni risponderanno quasi istantaneamente a quelle degli ioni. Nell'approssimazione di Born-Oppenheimer, che descrive il solido, si risolve per prima l'hamiltoniana elettronica nella quale è inserito un potenziale che tiene conto degli ioni considerati immobili, e poi si utilizza questo risultato all'interno della hamiltoniana ionica.