Boccalini, Traiano

scrittore italiano (Loreto 1556-Venezia 1613). A Roma, dove visse per quasi tutta la vita, ebbe vari incarichi dal governo pontificio. Caduto in sospetto della Curia, si rifugiò a Venezia, dove morì improvvisamente, forse avvelenato dai suoi avversari di parte spagnola. Il suo nome è legato alle polemiche sulla “ragion di Stato”, alla quale Boccalini si dichiara risolutamente ostile nella Pietra del paragone politico (1613) e nei Commentari sopra Cornelio Tacito (editi postumi nel 1677). L'opera fondamentale di Boccalini sono però i Ragguagli di Parnaso (1612-13), che iniziò a scrivere verso il 1605. In quest'opera geniale e bizzarra l'autore immagina di riferire come giornalista (“menante”) gli eventi che si svolgono nel regno di Parnaso sotto l'alto patronato di Apollo; mediante questo espediente egli giudica e commenta la vita politica e letteraria del suo tempo. Particolarmente importante è il tacitismo dei Ragguagli: la sapienza smascheratrice di Tacito viene adoperata come criterio per svelare ai popoli le arti dell'assolutismo. Spregiudicata è la polemica di Boccalini contro gli Spagnoli, al cui regime contrappone la monarchia illuminata di Enrico IV e la Repubblica veneziana; notevole la presa di posizione contro la guerra. In letteratura, lo scrittore polemizza contro ogni forma di pedanteria e attacca la teoria della toscanità della lingua, prendendo le difese di Tasso contro la Crusca.

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