Benito Cereno
lungo racconto dello scrittore statunitense H. Melville, pubblicato nel 1856 nei Piazza Tales. Il nobile spagnolo Benito Cereno comanda una nave il cui carico di schiavi si ammutina e uccide il proprietario, costringendolo alla prigionia, che sarà infine liberato dal capitano americano Amaso Delano, mentre Babo, il servo di colore di Benito Cereno che aveva capeggiato la rivolta, viene ucciso. Il nobile spagnolo non si riprenderà più da una esperienza che ha sconvolto la sua stessa visione del mondo e morirà poco dopo in un monastero. L'opera, di chiaro impianto simbolico e intessuta di ambiguità, presenta in Benito Cereno (che taluno ha voluto considerare una replica di Carlo V) l'incarnazione della Spagna cattolica e feudale in piena crisi; nel capitano americano Amaso lo spirito pratico e utilitaristico, non privo di cinismo, del giovane Paese in ascesa; in Babo, secondo alcuni, il male, peraltro scatenato dagli oppressori bianchi, e verosimilmente la rivolta di una razza costretta in schiavitù e ridotta in condizioni bestiali.