Basilèa, Concìlio di-

sinodo convocato (1431) dal pontefice Eugenio IV in cui si ribadì innanzitutto l'adesione alla linea episcopalista (vedi episcopalismo) che aveva trovato la propria espressione nel Concilio di Costanza, ma che, in seguito alla decisione papale di trasferirne la sede in Italia, si scisse: una minoranza dei partecipanti seguì il papa, riaprendo il concilio a Ferrara e, poco dopo, a Firenze, mentre la maggioranza, ostile al pontefice, rimase a Basilea, dichiarando decaduto Eugenio IV, cui fu opposto Felice V, e dedicandosi a progetti di riforma volti in particolare ad abolire i sistemi di tassazione del clero da parte della curia pontificia. Sempre più assottigliatosi per via del proprio radicalismo, il Concilio di Basilea venne infine sconfessato dai monarchi europei (1449): Niccolò V (succeduto a Eugenio nel 1447) fu riconosciuto come unico papa legittimo e col termine dello scisma caddero anche i tentativi conciliari di riforma nonché le tesi dell'episcopalismo.

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