Bòsa
Indicecomune in provincia di Oristano (63 km), 2 m s.m., 135,67 km², 7935 ab. (bosani), patrono: santi Emilio e Priamo (28 maggio).
Fuori dall'abitato si trovano diversi edifici religiosi di un certo pregio, tra cui la chiesa di San Pietro, antica cattedrale della diocesi di Bosa, il cui impianto romanico-lombardo risalente al sec. XI ebbe aggiunte e ampliamenti nei sec. XII-XIII.La facciata è caratterizzata da tre arcate a sesto acuto, ognuna ornata da un rosone quadrilobato scolpito. Sul portale è collocato un architrave monolitico in pietra arenaria, scolpito in altorilievo con figure (ai lati i Santi Pietro e Paolo, al centro la Madonna col Bambino, e alla sua sinistra San Costantino Imperatore) che denotano influenze bizantine, romaniche e gotiche.
Generalità
Centro posto in una conca che digrada verso la sponda destra del fiume Temo, a breve distanza dalla foce. Dalle pendici del colle su cui sorgeva il castello medievale di Serravalle, l'abitato si estende, con una serie di strade strette e parallele, verso la parte bassa e tende a espandersi in direzione della costa. Il contesto monumentale e paesaggistico in cui sorge l'abitato fa di Bosa, unico porto fluviale della Sardegna, uno dei centri più caratteristici dell'isola.
Storia
La città, sorta in un sito abitato da epoche remote (come testimoniano le numerose domus de janas che costellano il territorio e il villaggio nuragico di Sa Lumenera), è citata per la prima volta in un'iscrizione fenicia del sec. IX a. C. La città romana, eretta a municipio, sorse dove è la chiesa romanica di San Pietro e fu lentamente abbandonata dopo la costruzione (1112), a opera dei Malaspina, di un castello sulla sommità del colle di Serravalle. Il nuovo centro, sorto sulle pendici del colle, divenne capoluogo della curatoria della Planargia, nell'ambito del Giudicato di Torres, e passò al Giudicato d'Arborea nel sec. XIV. Dopo la sottomissione dei Malaspina agli Aragonesi (1323), il castello di Serravalle divenne la base della lotta antispagnola di Mariano IV, giudice d'Arborea, che riuscì a ottenere la conferma degli antichi statuti. La città conservò una certa autonomia comunale, con il castello e una parte dell'abitato sottoposta all'autorità di un feudatario. Alla fine del sec. XV Bosa venne dichiarata “città reale” dal re di Spagna Ferdinando il Cattolico, mentre il castello andò progressivamente perdendo importanza, tanto che nel 1562 il feudo venne abbandonato. Nel sec. XVI iniziò anche il declino della città, causato dalle inondazioni seguite allo sbarramento della foce del fiume Temo, attuato dai bosani nel 1528 per impedire l'invasione francese. Dal lungo periodo di crisi la città si riprese solo nell'Ottocento, sotto i Savoia, che, per un breve periodo (1807-21), la eressero a capoluogo di provincia.
Arte
Il borgo medievale, sottoposto a tutela per l'alto valore storico-paesaggistico, conserva molte tracce della sua lunga vicenda storica. Si snoda lungo i fianchi della collina ed è composto da vecchie case, in parte incassate nella roccia e con una stanza per piano, caratterizzate da due ingressi, uno sulla via superiore e uno su quella inferiore, collegate da scalinate in trachite rossa. Sulla sommità del colle sorge il castello dei Malaspina, o di Serravalle, di cui restano i muri perimetrali e le torri; all'interno delle mura si trova la chiesetta di Nostra Signora de Sos Regnos Altos (sec. XIV), dove è stato scoperto un notevole ciclo di affreschi trecenteschi. L'asse della città moderna, il corso Vittorio Emanuele, corre parallelo al fiume Temo tra eleganti palazzi sette-ottocenteschi. Lungo la sua riva meridionale si allineano i capannoni delle antiche concerie (Sas Conzas), costruite tra il Settecento e l'Ottocento, un esempio raro e considerevole di archeologia industriale sarda. La frazione di Bosa Marina, sorta attorno alla chiesa di Santa Maria del Mare (sec. XVII), è collegata da un molo in pietra a un isolotto su cui si conserva un massiccio torrione di difesa spagnolo del sec. XVI. La spiaggia è chiusa da un molo che si congiunge con l'isola Rossa, sulla quale si trova, ben conservata, una delle numerose torri fatte edificare nel Seicento dagli spagnoli in funzione antisaracena; un altro esempio è costituito dalla torre Argentina, che si trova pochi chilometri a N, lungo la strada costiera per Alghero.
Economia
L'economia è basata in prevalenza sul settore terziario, sul fiorente artigianato dell'oreficeria e del ricamo tipico di Bosa (il filet) e, soprattutto, sul turismo estivo nel centro balneare di Bosa Marina, che dispone di moderne strutture residenziali, ricreative e sportive e di un porto turistico. Di rilievo sono anche la pesca, l'agricoltura, con ortaggi, frutta, olive (produzione di olio) e uva da vino (malvasia DOC) e l'allevamento ovino e caprino.