Bàccio d'Àgnolo
nome con cui è noto l'intagliatore in legno, scultore e architetto Bartolomeo Baglioni (Firenze 1462-1543). Esercitò dapprima l'arte del padre, che era “legnaiolo”, ma le sue opere di questo periodo, elencate dal Vasari, sono andate in gran parte perdute, tranne i cori di S. Maria Novella (1491-96) a Firenze, e di S. Agostino a Perugia (1502-32). Passò quindi all'architettura, collaborando col Cronaca e A. da Sangallo il Vecchio al restauro di Palazzo Vecchio e alla realizzazione della Sala Grande nello stesso palazzo (1500). Tra il 1507 e il 1515 fu, con i due Sangallo e il Cronaca, capomastro alla fabbrica del duomo, da cui venne allontanato in seguito alle critiche di Michelangelo al suo progetto per il ballatoio esterno della cupola brunelleschiana. Costruì il palazzo Taddei (1504), il campanile di S. Spirito (1503-17), dove è sensibile l'influsso del Brunelleschi, e il campanile di S. Miniato (1524-27). Innovatore è il suo progetto del palazzo Bartolini (1517-20) in piazza S. Trinita a Firenze, di netta ispirazione classica. La sua bottega, ritrovo dei più celebri artisti del tempo, fu frequentata anche da Raffaello e Michelangelo.