Asseréto, Gioacchino
pittore italiano (Genova 1600-1649). L'opera e la personalità di Assereto sono state rivalutate da R. Longhi che lo ha indicato come il migliore artista genovese del primo Seicento accanto a B. Strozzi. Un primo periodo è definibile dalla ricerca di narrazione drammatica espressa da luci violente sulla carne, da una tavolozza “olandese”, da un'accentuata personalizzazione dei tratti, da una maniera compositiva basata su scorci audaci e linee oblique (pala con Santi del 1626 nella parrocchiale di Recco; Apparizione della Vergine a San Bernardo, Genova, collezione privata; Circoncisione, Milano, Brera). Le influenze dirette sono quelle del Cerano e del Caravaggio, ma Assereto era stato anche allievo di A. Ansaldo, che era venuto in contatto con Rubens e Van Dyck durante il loro soggiorno genovese. Verso il 1630 Assereto raggiunse la piena maturità artistica negli affreschi dell'Annunziata del Vastato a Genova, nel Sansone e Dalila (Firenze, collezione Longhi), nel Martirio di San Bartolomeo (Genova, Accademia Ligustica). L'artista è arrivato al giusto equilibrio dei mezzi stilistici, impostando sempre il quadro sulla drammatizzazione della scena. Dell'ultimo periodo, altre opere sono: la Cena in Emmaus e l'Agar nel deserto (Genova, collezioni private), il Mosè che fa spiccare l'acqua dalla rupe (Madrid, Prado), Sant'Agostino e Santa Monica (Londra, collezione privata).