Generalità

Termine con cui si designa comunemente la musica del sec. XIV in Francia e in Italia. Ars nova è il titolo di un breve trattato (ca. 1320) di Philippe de Vitry, in cui non si affrontarono problemi di ordine estetico ma si discussero le novità della notazione (non si dimentichi il significato tecnico della parola ars nel Medioevo). L'opera di Vitry presuppone il più ampio trattato di Johannes de Muris, insegnante all'Università di Parigi: Ars novae musicae (1319). Tra le fonti teoriche ricordiamo anche il Pomerium in arte musicae mensuratae (1321-26), di Marchetto da Padova. Nonostante i molteplici rapporti tra loro esistenti, l'Ars nova francese e quella italiana vanno considerate come due scuole distinte.

Scuola francese

L'Ars nova francese ebbe come centro principale Parigi, che già aveva visto fiorire la tradizione polifonica di Notre-Dame e dell'Ars antiqua: a essa la nuova scuola si ricollegò per certi aspetti (il tenor in isoritmia, per esempio, rese sistematica una pratica già parzialmente in uso). Si compì in modo definitivo lo svincolamento della polifonia dal servizio liturgico: piuttosto che all'ambiente delle gerarchie ecclesiastiche il musicista si legò a quello della corte e della nobiltà feudale. Accanto al mottetto, ormai divenuto profano e sempre più libero e complesso nella condotta polifonica e nel ritmo, si vennero affermando nuovi generi, come la ballade, il rondeau, il virelai e il lai (questi ultimi per lo più monodici). In essi il procedimento stesso della composizione polifonica appariva quasi rovesciato: punto di partenza non era più il tenor, ma la voce superiore che cantava il testo, cui si aggiungevano le altre parti, spesso subordinate e destinate a strumenti: ci si avviava, in un certo senso, verso la monodia accompagnata. La figura dominante dell'Ars nova francese fu Guillaume de Machault; dopo di lui si affermò la tendenza a una sempre più artificiosa complessità, che si manifestò nelle difficili complicazioni della notazione e nelle ricercatissime sincopazioni ritmiche.

Scuola italiana

In Italia la situazione musicale precedente l'avvento dell'Ars nova appare oscura e comunque non paragonabile alla tradizione polifonica parigina. La presenza di modelli francesi non impedì però una sostanziale autonomia, che si manifestò anche in un diverso sistema di notazione. I generi poetico-musicali più in uso furono il madrigale, la caccia e la ballata. Ricordiamo, tra i musicisti della prima generazione, Giovanni da Caccia e Iacopo da Bologna; poi il famoso Francesco Landino, Gherardello da Firenze, Paolo Tenorista. Nella sua ultima fase l'Ars nova italiana gareggiò con quella francese nella ricerca di sempre più artificiose complessità: l'avvicinamento delle due scuole in questa direzione condusse anche a una mescolanza delle diverse notazioni. La fusione di queste esperienze preparò l'avvento della scuola franco-fiamminga, che si affermò con una decisa reazione alle eccessive complicazioni grafico-ritmiche, mentre in Italia all'Ars nova seguì un altro periodo oscuro e musicalmente povero.

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