Antologìa Palatina

raccolta di 3700 epigrammi greci, composti dall'età classica all'età bizantina, cosiddetta per essere stata scoperta, nel 1607, in un codice della biblioteca dell'elettore palatino di Heidelberg (codice greco 23), dall'umanista francese Claudio Salmasio. Deriva in gran parte dall'Antologia di Costantino Cefala, un erudito della prima metà del sec. X al servizio dell'imperatore di Costantinopoli Costantino VII. Cefala riunì 3 raccolte precedenti: la Corona di Meleagro di Gadara (sec. II-I a. C.), contenente carmi attribuiti a una cinquantina di poeti, da Archiloco a Meleagro stesso; la Corona (ca. 40 d. C.) di Filippo di Tessalonica, contenente poeti da Meleagro a Filippo di Tessalonica stesso; e il Ciclo (ca. 560) di Agazia di Mirina. Vi aggiunse estratti delle opere di altri poeti e distribuì tutta la materia in 15 libri, secondo l'argomento: cristianesimo, iscrizioni, poesie d'amore, morali, conviviali; epitaffi, indovinelli e bizzarrie, ecc. L'antologia in nostro possesso è una versione (accresciuta e rivista in epoca di poco più tarda) di quella di Cefala. Assai belli sono i ca. 300 epigrammi amorosi del libro V, specie quelli di Callimaco, Asclepiade, Meleagro e Paolo Silenziario.

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