Andrade, Mário de-
narratore e critico brasiliano (San Paolo 1893-1945). È la figura principale del modernismo brasiliano, di cui fu il vero teorico e il poeta più coerente. La principale novità della sua opera è di natura linguistica, avendo egli infranto tutte le regole scolastiche di origine lusitana per adottare il brasileiro, cioè la lingua realmente parlata dal popolo. Fu musicologo (scrisse anche un Ensaio sôbre á música brasileira, 1928; Música do Brasil, 1941) e infaticabile raccoglitore di canti popolari. Ma la sua poesia, ricca di apporti intellettuali, è tutt'altro che ingenua o popolaresca: è la lirica di un intellettuale moderno, consapevole dei mali che affliggono il suo Paese e allo stesso tempo ricco di speranza. I suoi versi sono raccolti in Poesias (1941), che include le sillogi precedenti fra cui la famosa Paulicéia desvairada (Paulicéia allucinata) che porta la data del 1922, cioè dell'inizio del movimento rinnovatore. Postumi uscirono Lira Paulistana, che comprende anche l'ampio poema plurilinguistico e rivoluzionario O carro da miséria (1946), e una nuova edizione di Poesias completas (1955). Ma ugualmente notevoli sono gli scritti critici e le opere narrative, tra cui il suo capolavoro, Macunaíma (1928), romanzo che è, in realtà, un lungo poema in prosa, e Amar, verbo intransitivo (1927; Amare, verbo intransitivo).