Acrocòrdidi

sm. pl. [dal genere Acrochordus]. Famiglia (Acrochordidae) di Rettili Ofidi i cui membri un tempo appartenevano alla famiglia dei Colubridi, distribuiti nella regione indo-australiana. Si tratta di serpenti non velenosi, ovovivipari (partorendo 2-32 neonati), muniti di denti non scanalati (aglifi). Tra le caratteristiche anatomiche più salienti vi è il fatto che, nel loro cranio, i postfrontali, oltre a delimitare le orbite posteriormente, si estendono in avanti così da costituire anche il margine superiore delle orbite stesse, che vengono a essere separate dai frontali. Gli Acrocordidi comprendono il solo genere Acrochordus con 3specie (Acrochordus granulatus, Acrochordus arafurae, Acrochordus javanicus) ad abitudini prevalentemente acquatiche, frequentanti tanto le acque dolci quanto quelle salmastre degli estuari, donde possono talvolta spingersi in mare. Il nome comune di “serpenti verrucosi” deriva dal fatto che illoro corpo è ricoperto di piccole squame granulose, protuberanze a forma di tubercoli che rendono la loro pelle estremamente ruvida, per poter aderire alle prede viscide come i pesci, principale fonte di cibo per gli Acrocordidi. L'acrocordo granulato (Acrochordus granulatus) è l'unica specie adattatasi ad acque salmastre o salate (mare) ed è il più piccolo della famiglia non superando i 120 cm. ma è quello a più ampia distribuzione. Vive in estuari salmastri, foreste di mangrovie, barriere coralline. È attivo nell'arco dell'intera giornata. L'acrocordo di Giava (Acrochordus javanicus) è una specie lunga oltre 1 m, di colore bruno olivaceo, più chiara sul ventre, dove presenta anche delle chiazze. Ha il capo depresso, dalla superficie finemente granulosa, con occhi e narici disposti superiormente. Infine l'acrocordo di arafura (Acrochordus arafurae)è il più grosso rappresentante del genere Acrochordus potendo raggiungere i 2,5 m di lunghezza e ha una coda prensile che utilizza per aggrapparsi alla vegetazione acquatica. La pelle di questa specie è usata per produrre i tradizionali tamburi “kundu” della Nuova Guinea.