Žukovskij, Vasilij Andreevič
poeta russo (Mišenskoe, Tula, 1783-Baden Baden 1852). Figlio naturale del proprietario terriero Bunin e di una prigioniera turca, crebbe nella famiglia di A. G. Žukovskij da cui era stato adottato. Studiò all'Università di Mosca, dove cominciò a scrivere versi e partecipò alla vita letteraria dell'ambiente formato dalla gioventù colta del tempo, divenendo seguace delle idee politiche e in parte di quelle letterarie di Karamzin. Acquistò notorietà nel 1802 con la traduzione libera della celebre Elegia scritta in un cimitero di campagna di T. Gray, considerata da molti come l'inizio della poesia russa moderna. Ad allontanare Žukovskij da Karamzin fu l'interesse per il Romanticismo tedesco, interesse dimostrato in particolare nelle ballate, di cui due, Ljudmila (1808) e Svetlana (1812), ricreazioni poetiche della Lenore di Bürger, segnarono l'inizio del romanticismo in Russia. Sotto l'influsso dei romantici tedeschi e in particolare di Uhland, Tieck, Novalis e Bürger, superò il sentimentalismo dei suoi esordi poetici approfondendo i temi dell'idealismo religioso e della missione sacra del poeta e richiamandosi alla poesia dell'antica tradizione popolare. Nel 1812 partecipò alla guerra contro Napoleone e dopo aver preso parte alla battaglia di Borodino compose la nota poesia Il bardo nel campo dei guerrieri russi (1812), cui fece seguire il poemetto Teone ed Eschine (1815), le odi Al capo dei vincitori (1815) e Il bardo del Cremlino (1816), che gli aprirono le porte della corte, dove fu nominato lettore dell'imperatrice (1815) e più tardi (1826) educatore dello zarevič Alessandro, carica che tenne fino al 1841, quando andò in pensione. Da allora visse in Germania, dopo aver compiuto un viaggio attraverso la Russia e l'Europa. A Žukovskij si deve l'introduzione nella poesia russa di generi come la ballata e l'elegia in cui per la prima volta si esprimevano sentimenti anche soggettivi. Tre quarti della sua opera sono costituiti da traduzioni e libere versioni, con preferenza per autori inglesi (Byron, W. Scott e Moore) e tedeschi (Schiller, Goethe, Uhland e Bürger); in tal modo egli contribuì a limitare il tradizionale predominio in Russia della letteratura francese. Sua fu pure una valida traduzione dell'Odissea (1847). Maestro e amico di A. S. Puškin, ebbe una notevole parte nell'innovazione della versificazione russa. Tra le altre opere di Žukovskij sono da ricordare la ballata Le dodici vergini dormienti (1837) e Ondina (1837), versione poetica del romanzo di La Motte-Fouqué.