La scrittura mistica

Cultura borghese e cultura religiosa

Nel corso della seconda metà del sec. XIII, alla cultura cavalleresca venne gradualmente imponendosi la nascente cultura borghese, la cultura cioè formatasi in seno ai nuovi centri dell'attività produttiva ed economica: le città. L'affermazione storico-sociale delle città fu accompagnata sul piano letterario dalla composizione di cronache storiche in versi rimati, di brevi poemetti narrativi e di canzoni popolari, nonché dal progressivo strutturarsi del dramma medievale che veniva evolvendosi sulla base delle cerimonie liturgiche della messa cattolico-romana. Ora, in tutte queste espressioni culturali il latino era andato perdendosi, sopravanzato dalla lingua tedesca, che l'aveva sostituito anche nei documenti della vita associata e amministrativa.

Eresie e predicatori

Nondimeno, un forte impulso all'unificazione della lingua, al consolidamento e all'arricchimento della nuova prosa tedesca dovette giungere non dalla cultura letteraria delle città, bensì ancora una volta dalle esigenze del mondo religioso. Per la precisione, una straordinaria proliferazione di sette ed eresie che impugnavano il primato dell'ortodossia cattolica provocò una fioritura altrettanto straordinaria di prediche, ammaestramenti e trattati volti a disciplinarle e combatterle.

Dunque, una letteratura religiosa fiorita sul suolo della vita pratica, per un uditorio modesto, lontano dalle impervie cattedrali astratte della teologia che si rinchiudeva tra le confortanti mura delle scuole e delle università. Va aggiunto che quest'attività dei predicatori, per un verso, fu discorso scaturito e articolato in seno a una ricca esperienza mistica, mentre, per altro verso, rappresentò il solo volto accettabile della lotta all'eresia svoltasi in un generale clima di caccia alle streghe e di sanguinaria persecuzione, come forse la peggiore aberrazione protrattasi dal sec. XIII all'età moderna.