La seconda sofistica
- La seconda sofistica
- Origini e caratteristiche
- La figura del neosofista
- Luciano di Samosata
- La terza sofistica
- Riepilogando
La figura del neosofista
Dopo il II sec. d.C. il sofista (sofistès, ossia sapiente) rappresenta l'uomo di cultura. Conferenziere di fama rinomata, è nello stesso tempo professore, letterato, oratore e uomo di spettacolo che, per riscuotere consenso ed acclamazione, finge di possedere una cultura enciclopedica; spesso svolge anche l'attività di maestro presso le scuole di retorica, preparando i testi per le esercitazioni e le disquisizioni su temi fittizi.
A differenza dei sofisti dell'età classica, critici pungenti della cultura tradizionale, religiosa e politica, i neosofisti esprimono gli ideali dei ceti dirigenti e, con la loro attività itinerante, diffondono nelle province dell'Impero questa nova paideìa. Essi, infatti, provengono dall'alta società delle aristocrazie urbane greche e si pongono sotto la protezione del potere imperiale (nel III e IV sec. d.C. i rapporti tra sofisti ed imperatore si fanno sempre più stretti, irrobustendo il legame tra politica e cultura). Gli esponenti più celebri della seconda sofistica, itineranti e conservatori, sono: Dione di Prusa, Favorino di Arles, Elio Aristide, Flavio Filostrato e Luciano di Samosata.
Dione di Prusa
Fu detto il Crisostomo (bocca d'oro) per la sua facondia. Vissuto a Roma tra il 40 e il 120 d.C., fu vittima, come altri intellettuali, della persecuzione di Diocleziano, ma poi, sotto Nerva, fu reintegrato dei suoi diritti ed ottenne la cittadinanza romana. Di lui si conservano 80 scritti di vario genere: orazioni, diatribe stoico-ciniche, encomi e commemorazioni. Tra le orazioni, degni di nota sono i quattro discorsi Sul Regno che tracciano la figura del sovrano ideale e si soffermano sul tema del rapporto tra l'intellettuale ed il potere; l'Olimpico, in cui Dione si pone il problema della rappresentabilità della divinità, e l'Euboico, suo capolavoro sull'esaltazione della vita agreste e dei buoni sentimenti ad essa collegati.
Favorino di Arles
Scrittore gallo-romano di lingua greca, Favorino(Arelate, oggi Arles, 85-150 d.C.), dopo aver studiato a Marsiglia, visse a Roma, dove fu discepolo di Dione di Prusa. Viaggiò in Grecia e in Asia Minore. Esiliato a Chio dall'imperatore Adriano per motivi non conosciuti, ritornò a Roma sotto Antonino Pio. L'attività itinerante, la molteplicità degli interessi e degli studi ne fanno un tipico esponente della seconda sofistica. Questa incredibile versatilità si esprime nei suoi numerosi scritti: la Storia varia, opera enciclopedica in 24 libri; i Discorsi pirroniani, in 10 libri; i Memorabili, in 5 libri, di contenuto filosofico. Compose anche encomi paradossali e diverse orazioni, tra cui Sull'esilio, esortazione consolatoria rivolta a se stesso per la perdita della patria e la solitudine dell'isolamento.
Elio Aristide
Nato ad Adriani, in Misia, nel 129 d.C., soggiornò in Asia, in Egitto e a Roma tenendo conferenze itineranti; si stabilì infine a Pergamo presso il santuario di Asclepio per effettuare cure terapeutiche contro la malattia nervosa che lo afflisse tutta la vita; visse poi fino alla morte nel 189 circa d.C., a Smirne. Scrisse 55 orazioni di vario argomento in puro stile atticista di cui le più note sono il Panatenaico, in cui esalta Atene ed i suoi meriti nella storia della civiltà, ed il Panegirico, in cui celebra la grandezza di Roma dispensatrice di pace universale. Nei sei Discorsi Sacri, di contenuto autobiografico, descrive la sua malattia e le prescrizioni suggeritegli nell'Asclepeion in seguito alle quali aveva ottenuto la guarigione.
Flavio Filostrato
Il cognomen “Filostrato” corrisponde ad almeno quattro retori greci originari di Lemno, legati tra loro da parentela e tutti da ascrivere all'ambito della Seconda Sofistica. Solo del secondo, Flavio Filostrato, restano informazioni sulla vita e l'attività di retore. Nato attorno al 160 d.C. si dedicò allo studio della retorica ed iniziò la sua attività di sofista ad Atene. Incaricato dell'educazione di Caracalla e Geta, si stabilì a Roma, frequentando la corte di Settimio Severo e di Giulia Domna. Scrisse la Vita di Apollonio di Tiana (8 libri), una biografia romanzata e misticheggiante sulla vita del celebre mago e taumaturgo, e le Vite dei Sofisti (2 libri), di grande interesse per il confronto tra la prima e la seconda sofistica e per le biografie dei filosofi e dei sofisti contenute in quest'opera. A lui si può far risalire anche la raccolta di 64 Immagini, descrizioni (ekfràseis) relative a quadri d'argomento mitologico di una villa napoletana. Morì a Roma nel 245 d.C.