L'arte preistorica
Con il termine preistoria si è soliti indicare un lasso di tempo vastissimo, lungo circa un milione di anni, fino alla comparsa della scrittura. L’inizio della produzione figurativa, tuttavia, è relativamente recente e risale a non oltre il 40 000-30 000 a.C. Le prime testimonianze in nostro possesso si collocano nel periodo paleolitico (che si estende fino ad 8000 anni fa, in cui l’uomo caccia, è nomade e si ripara nelle grotte), nel neolitico (protrattosi fino a 6000 anni fa, quando l’uomo, diventato sedentario, conosce l’agricoltura e l’allevamento) e nell’età del bronzo (che inizia col terzo millennio a.C., quando l’uomo scopre la tecnica di fusione del bronzo, decisiva per la creazione di manufatti ed armi più resistenti ed efficaci). Con quest’ultimo periodo si conclude la preistoria, giacché si ha poi la nascita delle grandi civiltà del Medio Oriente (Egitto e Mesopotamia) a cui risalgono le prime testimonianze scritte. Rimane, però, importante segnalare che non si ha una vera e propria data spartiacque, poiché presso alcune popolazioni, questo periodo si protrasse maggiormente (es. in Sardegna durò fin tutto il IV sec. a.C., mentre in Grecia si era già concluso agli inizi dell’XI sec. a.C.).
Produzione artistica
L’arte, essendo sempre strettamente connessa all’ambiente entro la quale viene creata, per l’uomo preistorico è legata alla vita quotidiana ed è inserita nell’esperienza pratica. Nel paleolitico, colui che attua la pittura all’interno delle caverne è considerato uno stregone, le immagini vengono realizzate a scopo propiziatorio durante rituali magici per favorire il buon esito, della caccia o la nascita di figli. Nel neolitico questo compito viene affidato ad un nuovo personaggio: il sacerdote. Ora l’immagine diventa rappresentazione ed interpretazione del mondo reale, si inserisce nella vita quotidiana come decorazione e completamento dell’ambiente.
Il paleolitico
Le scoperte più significative compiute sull’arte di questo periodo riguardano i dipinti delle caverne (effettuati con le dita, penne di uccelli o rudimentali pennelli e colori di origine vegetale ed animale) e piccole sculture di figure femminili tondeggianti (scolpite ed incise con punte acuminate su pietra, osso, avorio e corno). Studiando le pitture parietali, raffiguranti per lo più animali e scene di caccia, ci si è accorti che esse sono sempre ben celate, all’interno delle grotte, nelle parti più buie e nascoste. Ciò rivela che il loro fine non doveva essere decorativo, ma legato a rituali propiziatori. Per quanto riguarda le figure femminili scolpite, si nota un’accentuazione, spesso esasperata, dei seni, del ventre e dei fianchi, tutte caratteristiche strettamente connesse alla fertilità.
Il neolitico
Al periodo neolitico si deve la comparsa delle prime c ostruzioni, realizzate con grandi blocchi di pietra, dette appunto megalitiche (dal greco mega = grande e litos = pietra).
Le costruzioni più note sono i menhir, i dolmen ed i cromlech. I menhir, grandi massi oblunghi conficcati a terra, dovevano, con tutta probabilità essere dei monumenti funebri, particolarmente diffusi in Francia e nelle isole britanniche, ma anche in altri paesi del mediterraneo. I dolmen, formati da tre pietre impiantate nel terreno e sovrastate da una grande lastra di copertura, si presentano anch’essi come tombe di uomini eroici. I dolmen sono stati ritrovati in molte regioni d’Europa, del Nord-Africa e del medio Oriente. Il cromlech , infine, grandioso assembramento di massi disposti in cerchi concentrici, veniva forse utilizzato per osservare le varie posizioni del sole con scopi astronomici, presente nei paesi dell’Europa occidentale e dell’Africa settentrionale (il più famoso è quello di Stonehenge, in Gran Bretagna).
L’età del bronzo
A quest’epoca risalgono le prime testimonianze di oggetti ottenuti mediante la fusione dei metalli, come piccole figure di guerrieri a tutto tondo. Sempre in questo periodo vediamo la fioritura della civiltà nuragica in Sardegna. Il nuraghe, abitazione circolare con piccole finestre a feritoia, è costruito a secco, sovrapponendo pietre squadrate in cerchi via via più stretti, fino a terminare la costruzione come una specie di cupola. Esso costituiva la casa del capo del villaggio, ma in caso di necessità poteva essere sfruttato come rifugio collettivo.