Perché i cristiani provocarono la fine dell’Impero romano?
Con la deposizione ad imperatore di Romolo Augustolo nel 476 d.C., Odoacre decretò la fine dell'Impero Romano e l'avvento dei popoli barbari dal Danubio e dal Reno.
Molte sono le ipotesi sulle vere cause del crollo dell'impero. La società romana, secondo gli storici, perse il suo spirito combattivo e la sua compattezza a causa del diffondersi del Cristianesimo e del progressivo decadimento dei culti pagani.
Anche la pressione di popolazioni straniere come Unni e Visigoti contribuì ad indebolire una società molto forte come quella romana. A causa di guerre, carestie ed epidemie ci fu un forte calo demografico, a cui si aggiunse in seguito una pesante crisi economica-produttiva nelle campagne che determinò un enorme squilibrio tra le classi sociali.
C'erano i proletari che vivevano in estrema povertà, e pochi privilegiati che disponevano di enormi ricchezze. Intanto il governo centrale aveva perso il controllo dei territori periferici e lo stesso esercito era costituito in gran parte da stranieri sottomessi durante le conquiste.
Fu in questo momento di debolezza che i Cristiani, rifiutando il potere dell'imperatore e i culti pagani, si imposero su un sistema già decadente.
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