Qual è il significato di "giargiana"?
Giargiana è un termine informale, colloquiale, tipico della cultura lombarda e milanese.
"Di dove sei?" "Milano." "Ma Milano Milano?"
Questa è una delle conversazioni più ricorrenti della città meneghina, momento in cui colui che si ritiene un vero milanese intende approfondire cultura e origini del proprio interlocutore.
Attualmente il termine Giargiana (contrazione della più antica parola Giargianese) viene utilizzato per indicare coloro che non sono di Milano città, una categoria composta sia da abitanti delle periferie e delle province di Milano e Lombardia sia da cittadini che provengono da altre regioni (ad esempio studenti fuori sede).
Il giargiana, secondo il milanese radicato (detto anche imbruttito), si contraddistingue nella folla (e follia) metropolitana grazie a elementi distintivi come abbigliamento e atteggiamento nei confronti di situazioni tipiche milanesi, che agli occhi di un giargiana possono risultare "strane" e soprattutto estranee al suo modo di vivere.
Un esempio: se il milanese "DOC" trova particolarmente fastidiose le band che intrattengono i viaggiatori in metropolitana, il giargiana probabilmente non solo apprezzerà l'intervallino musicale, ma posterà un selfie assieme alla band girovaga.
Il termine giargianese, paradossalmente, fu coniato nel 19° secolo in Campania, nella città di Napoli: ggiaggianése indicava suonatori girovaghi e gli ambulanti provenienti dalla città di Viggiano (piccolo paesino in provincia di Potenza) che parlavano un dialetto di difficile comprensione.
Giargianese quindi, in un'accezione più generica, cominciò ad indicare tutti gli stranieri con idiomi forti (spesso dialetti regionali e locali), spesso incomprensibili.
Attualmente la parola giargiana viene utilizzata erroneamente anche per indicare coloro che non vestono particolarmente alla moda ed esagerano coi dettagli, trasformando ulteriormente il significato originale, traslando verso una più forte affinità con altri termini colloquiali quali "tamarro" e "zarro".
Foto @ Il ragazzo di Campagna