Perché il leone è il re della foresta?
Nella cultura occidentale il leone simboleggia potenza e coraggio: è un animale dal portamento fiero e per questo è spesso considerato superiore rispetto a tutti gli altri esemplari del mondo animale.
Benché oggi i leoni popolino solamente le savane dell'Africa sub-sahariana, anticamente erano diffusi anche nel bacino del Mediterraneo, nella penisola balcanica, in Asia minore e in India: il titolo di “re” che l'uomo ha attribuito all'esemplare maschio sarebbe legato a fattori storico-culturali subentrati in epoca medievale.
Fino ad allora infatti il re degli animali era sempre stato considerato l'orso, idolatrato nelle civiltà pagane: nel sostituirlo con il leone, quindi, la religione giocò un ruolo fondamentale.
Il leone non è né l'animale più grosso né il più forte esistente in natura ma all'interno del suo habitat si colloca al vertice della catena alimentare. Se si esclude l'uomo, gli esemplari adulti non hanno predatori.
È un animale poligamo; vive in piccoli branchi popolati da numerose femmine e cuccioli e all'interno di uno stesso branco possono essere presenti fino a 2 o 3 maschi (solitamente si tratta di fratelli che hanno preso il sopravvento sugli altri maschi avversari con la forza).
Per preservare il loro potere all'interno del gruppo, all'età di 3-4 anni i cuccioli di sesso maschile sono allontanati perché rappresentano una minaccia per i capobranco, che temono di essere scalzati da rivali più giovani.
Dal momento della loro espulsione, questi leoni conducono una vita nomade, finché non riescono a prendere il controllo di un altro branco. Quando questo accade, il nuovo maschio dominante uccide tutti i cuccioli più piccoli. La ragione è legata a scopi riproduttivi: fino a che le leonesse hanno dei cuccioli cui badare non sono disponibili per l'accoppiamento.
All'interno del branco il compito del maschio è prettamente difensivo: si occupa per lo più di controllare il territorio da invasioni e attacchi di altri leoni o predatori. Le femmine invece, oltre ad accudire i piccoli – come accade del resto in tutte le specie di mammiferi – si occupano anche di procacciare il cibo.
In queste occasioni, l'intervento del maschio è molto raro. D'altronde, è meno agile rispetto alle femmine e la folta criniera gli impedisce di nascondersi tra la vegetazione: la sua partecipazione alla caccia quindi è limitata a circostanze particolari, ad esempio nel caso di prede particolarmente vigorose.
Tuttavia, nonostante il ruolo subalterno nella ricerca di cibo, al maschio dominante spetta il primo boccone. I cuccioli restano a guardare e devono accontentarsi di quello che rimane.
Se oggi il leone è considerato il re degli animali lo si deve a fattori culturali e religiosi, che in epoca medievale hanno cancellato ogni residuo della vecchia simbologia pagana. Il leone, che a quei tempi era diffuso anche nelle praterie dell'Europa, dell'Asia minore e dell'India spodestò il precedente monarca, l'orso, idolatrato nelle civiltà classiche.
Fu così investito di significati come potenza e saggezza e associato a chi deteneva il potere, il re appunto.
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