Perché il disboscamento eccessivo è spesso causa di disastri?

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Foreste e boschi ricoprono un terzo del nostro pianeta, ma il disboscamento sta raggiungendo proporzioni allarmanti causando alterazioni climatiche, desertificazione e impoverimento delle diversità biologiche.

Tra il 2000 e il 2010 la perdita di foreste è stata pari a 5,2 milioni di ettari l'anno. Le zone maggiormente colpite sono Sud America, Cina, India, Indonesia e Thailandia. Abbattere gli alberi senza criterio, spesso anche illegalmente, rende le nostre aree meno sicure.

Le radici, infatti, che compattano il terreno rendendolo più forte, una volta recise cedono alla violenza degli eventi atmosferici provocando frane e allagamenti. In Indonesia, dove l'85% del disboscamento è illegale, le alluvioni provocano ogni anno molte vittime.

Lo tsunami del 2004 poteva avere conseguenze meno dannose se la fitta foresta di mangrovie che ricopriva l'Indonesia non fosse stata abbattuta per ingrandire le spiagge. La barriera naturale delle piante avrebbe di sicuro arginato l'onda riducendone l'impatto con le aree circostanti.

Anche in Italia il disboscamento ha causato molti danni.In una Nazione costituita per il 40% da colline e per il 39% da montagne, il rischio di frane è altissimo, e coinvolge centinaia di centri abitati.

In Campania nel 1998 il monte Pizzo d'Alvano, per anni vittima di disboscamento, ha ceduto a sei giorni di pioggia continua, riversandosi come un fiume di fango sui comuni di Sarno, Episcopio, Quindici e Bracigliano, e provocando 160 morti, migliaia di feriti e sfollati e circa 600 milioni di euro di danni.

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