Da Guglielmo Marconi a Giorgio Parisi: tutti i Nobel per la Fisica italiani

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Giorgio Parisi è il sesto vincitore italiano del Nobel per la Fisica. Un altro grande traguardo per lo scienziato, coronamento di una carriera ricca di successi. Ecco chi sono gli altri italiani che hanno ricevuto, nel corso degli anni, questo importantissimo riconoscimento.

Enorme soddisfazione per la ricerca italiana. Il premio Nobel per la Fisica è stato infatti assegnato all'italiano Giorgio Parisi, a Syukuro Manabe e a Klaus Hasselmann «per i contributi innovativi alla nostra comprensione dei sistemi fisici complessi», come ha spiegato l’Accademia reale svedese delle scienze motivando la scelta. I tre vincitori condividono il Nobel per la Fisica 2021 per i loro studi su fenomeni caotici e apparentemente casuali: in particolare, Giorgio Parisi è stato premiato «per la scoperta dell'interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici, dalla scala atomica a quella planetaria».

Chi è Giorgio Parisi

Il Nobel rappresenta per Parisi, nato nel 1948 a Roma, il coronamento di una carriera di scienziato costellata di successi e riconoscimenti. Professore ordinario di Fisica teorica alla Sapienza, dopo la laurea nel 1970 Parisi ha iniziato la carriera nei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, prima come membro del Cnr, poi come ricercatore, trascorrendo lunghi soggiorni all'estero: prima alla Columbia University di New York, poi all'Institut des Hautes Études Scientifiques a Bures-sur-Yvettes e infine all'Ecole Normale Supérieure di Parigi.

Intorno al 1980, Parisi ha scoperto i modelli nascosti in materiali complessi disordinati, che consentono di comprendere e descrivere molti materiali e fenomeni diversi e apparentemente del tutto casuali non solo in fisica, ma anche in altri settori molto diversi, come matematica, biologia, neuroscienze e apprendimento automatico: una ricerca che a quattro decenni di distanza gli è valsa il Nobel. Già Presidente dell’Accademia dei Lincei, nel 2021, il fisico italiano è stato insignito del Premio Wolf ed era entrato a far parte della classifica della Clarivate Citation Laureates, che comprende i ricercatori con pubblicazioni scientifiche più citate al mondo, considerata una sorta di anticamera del premio Nobel.

Parisi è il sesto vincitore italiano del Nobel per la Fisica. Ecco gli altri.

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LaPresse - Riccardo Giacconi

Riccardo Giacconi (2002)

Scomparso nel 2018, Riccardo Giacconi si è aggiudicato il Nobel «per i contributi pionieristici all’astrofisica, che hanno portato alla scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X». Nato a Genova nel 1931, dopo la laurea alla Statale di Milano, sul finire degli Anni ‘50 si è trasferito negli Stati Uniti: nel 1962 ha scoperto Scorpius X-1, prima sorgente extraterrestre nota di raggi X, mentre otto anni più tardi si è occupato del lancio del satellite Uhuru. Nominato nel 1973 direttore dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, è stato a lungo professore di fisica e astronomia alla Johns Hopkins University, per poi diventare direttore generale dell’Osservatorio europeo australe.

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LaPresse - Carlo Rubbia

Carlo Rubbia (1984)

Goriziano classe 1934, Carlo Rubbia è stato insignito del Nobel «per il suo contributo decisivo al grande progetto, che ha portato alla scoperta delle particelle W e Z, comunicatori di interazione debole». Laureato alla Normale di Pisa nel 1957 con una tesi sui raggi cosmici, nel 1960 ha iniziato l’attività di ricerca al CERN di Ginevra: è qui che nel 1983, a capo del gruppo di cento fisici noto con il nome di UA1, ha fatto la scoperta che appena un anno dopo gli è valsa il Nobel per la Fisica, ricevuto insieme all’olandese Simon van der Meer. Direttore del CERN dal 1989 al 1994, nel corso della carriera ha ricevuto 28 lauree Honoris Causa ed è senatore a vita dal 2013.

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LaPresse - Emilio Segrè

Emilio Segrè (1959)

Nato nel 1905 in una famiglia ebraica di Tivoli, allievo e collaboratore di Fermi, Emilio Segrè è emigrato a causa delle leggi razziali negli Stati Uniti nel 1938, dopo due anni come professore Università degli Studi di Palermo di fisica sperimentale. Dopo aver preso parte nel corso della seconda guerra mondiale al Progetto Manhattan, per la realizzazione delle prime bombe atomiche nei lavoratori di Los Alamos, alla fine del conflitto ha concentrato le ricerche sui problemi di fisica nucleare e delle particelle elementari: insieme a Owen Chamberlain, nel 1955 ha scoperto l’antiprotone e questo risultato appena quattro anni dopo gli è valso il Nobel.

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LaPresse - Enrico Fermi

Enrico Fermi (1938)

Nato nel 1901, dopo una brillante carriera universitaria alla Normale di Pisa e borse di studio presso Gottinga e Leida, Enrico Fermi ha insegnato a Firenze e nel 1926 ha ottenuto la cattedra a Roma. Qui ha creato, un gruppo di lavoro, passato alla storia come “Ragazzi di via Panisperna” (ne faceva parte anche Segrè), che nel 1934 ha scoperto la proprietà dei neutroni lenti in fisica nucleare. Insignito a soli 37 anni del Nobel «per le sue dimostrazioni dell'esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti da irraggiamento neutronico, e per la scoperta delle reazioni nucleari causate dai neutroni lenti», è successivamente emigrato negli Stati Uniti, dove ha realizzato il primo reattore nucleare a uranio, la “pila di Fermi”, e ha preso parte al progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica, passando, dopo la guerra, a occuparsi di particelle elementari.

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LaPresse - Guglielmo Marconi

Guglielmo Marconi (1909)

Com’è noto, è a Guglielmo Marconi che si deve lo sviluppo di un efficace sistema di telecomunicazione a distanza via onde radio, che nel 1909 che gli è valso il Nobel (condiviso con Carl Ferdinand Braun)  «in riconoscimento del suo contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili». Nato a Bologna nel 1874, da autodidatta ha iniziato a condurre esperimenti sull’elettricità nell’estate del 1894, riuscendo nel giro di pochi mesi a trasmettere segnali per qualche decina di metri, diventati due chilometri nel 1895. Due anni dopo si è trasferito a Londra, dove nel 1900 ha fondato la Marconi’s Wireless Telegraph Company, continuando a lavorare per migliorare gli strumenti e aumentare la distanza di comunicazione, nonché la chiarezza del segnale trasmesso: nell’anno in cui è insignito del Nobel, il segnale radio è già stato trasmesso e ricevuto attraverso l’Atlantico. Questa la profetica frase pronunciata all’accettazione del premio: «Un giorno sarà possibile mandare messaggi in ogni angolo della terra utilizzando una quantità così piccola di energia, che anche i costi saranno molto bassi». Padre della telegrafia senza fili, da cui poi si svilupparono la radio, la televisione e ogni altro sistema di comunicazione senza fili, Marconi è considerato da molti il più grande inventore che l’Italia unita abbia avuto.

Matteo Innocenti