Rolfing
È una tecnica manipolatoria, elaborata negli anni Trenta dalla biochimica americana Ida Rolf (1896-1979), che ha raggiunto una certa notorietà, almeno negli Stati Uniti, solo negli anni Sessanta. Il rolfing è un metodo di massaggio profondo attraverso cui il terapeuta (rolfer) mira a correggere il portamento del paziente, riportandolo a una situazione di equilibrio posturale. Diversamente da altre tecniche manipolatorie o riabilitative o dal semplice massaggio fisioterapico, il rolfing (noto anche come integrazione strutturale) si propone come una tecnica di liberazione del corpo - ma anche della mente e delle emozioni - da blocchi e condizionamenti.
La tecnica si basa sul concetto di unità mente-corpo che costituisce il nucleo del lavoro di Ida Rolf, e che risente della sua collaborazione con lo psicoanalista Fritz Perls, fondatore della terapia della Gestalt, e con Frederick Matthias Alexander e Moshe Feldenkrais, ideatori degli omonimi metodi di rieducazione corporea. Secondo la Rolf, gli atteggiamenti corporei rispecchiano atteggiamenti mentali ed emozionali e un intervento terapeutico che agisca sul corpo a livello profondo provoca inevitabilmente la liberazione di energie rimaste imprigionate da meccanismi di difesa ("corazze").
Altro principio fondamentale del rolfing è quello che riguarda l'influenza della forza di gravità: "È possibile tracciare - scriveva la Rolf, riferendosi al profilo della figura umana eretta - una linea diritta passante per le orecchie, la spalla, l'anca, il ginocchio e il malleolo esterno". La manipolazione ha proprio lo scopo di allineare correttamente il portamento del paziente rispetto al campo gravitazionale.
Solo quando i vari segmenti del corpo si trovano su una linea verticale al terreno, infatti, il peso della gravità può essere sostenuto senza sforzo e può distribuirsi in modo uniforme. Provvede a questo il tessuto connettivo, che costituisce i tendini, le guaine e le fasce, ossia gli elementi accessori dei muscoli che, insieme con le fibre muscolari, completano la struttura del muscolo. Il connettivo svolge una funzione unificante delle varie strutture del corpo, e ogni accorciamento o ispessimento di guaine e fasce connettivali comporta alterazioni a carico dell'intero organismo. La manipolazione rolfiana favorisce lo "scioglimento" e l'allungamento di specifici muscoli e guaine, con l'effetto di riorganizzare tutta la struttura corporea.
Un ciclo di rolfing comprende solitamente dieci sedute, della durata di 1 ora e mezza circa, in genere una volta alla settimana. Le prime tre sedute vengono dedicate alla "liberazione" delle guaine connettivali in generale. Mentre la prima seduta mira allo sblocco dei muscoli della gabbia toracica per migliorare la respirazione, la seconda si concentra sui piedi, che permettono al paziente di prendere contatto diretto col suolo, con la realtà e con la gravità. Lo schema di trattamento, comunque, può variare a seconda delle esigenze del singolo malato: in particolare, se le prime sette sedute sono in larga misura questione di tecnica, le ultime tre - liberamente impostate dal terapeuta - meritano di essere considerate un'arte. Il lavoro del rolfer è stato spesso paragonato a quello di uno scultore, le cui manipolazioni servono a coadiuvare la dinamica interna dei tessuti.
Riassumendo, la tecnica di rolfing:
- migliora l'attività polmonare e respiratoria;
- permette una maggiore scioltezza nei movimenti;
- normalizzala postura;
- incrementa la sicurezza e la fiducia nei propri mezzi.
Diverse sono le situazioni patologiche che possono trarre giovamento dal rolfing:
- disturbi legati a una postura scorretta;
- dolori cronici;
- postumi di interventi chirurgici;
- cefalee ed emicranie;
- difficoltà respiratorie;
- disturbi circolatori.
Il rolfing è sconsigliato nei soggetti con marcata osteoporosi, processi infiammatori a carico delle articolazioni e neoplasie ossee.