Le altre medicine
Molteplici sono le definizioni comunemente impiegate per indicare le diverse forme di medicina "alternativa".
I termini solitamente utilizzati dai mezzi di comunicazione di massa sono numerosi: si parla di medicine alternative, antagoniste, bioenergetiche, dolci, empiriche, naturali, non tossiche e ancora parallele, complementari, popolari, tradizionali.
Come si vede, la terminologia solitamente utilizzata tende a enfatizzare le differenze con la medicina ufficiale considerata come "dura", invasiva, tossica, artificiale, tecnologica.
Ma è davvero possibile parlare di medicine alternative? A rigor di termini, infatti, la scienza medica non è né ortodossa né alternativa, ma è una sola e deve basarsi sulle prove scientifiche di efficacia.
Così, per definire le "altre" medicine, gli esponenti della medicina ufficiale preferiscono solitamente termini come "medicina non convenzionale", "non provata", "non ortodossa". Del resto, nonostante meritevoli tentativi di mediazione e di reciproca integrazione, il dibattito tra la medicina ufficiale e i fautori delle terapie non convenzionali resta tuttora aperto.
Gli autori di lingua anglosassone utilizzano l'acronimo CAM (Complementary/Alternative Medicine) per indicare metodi di diagnosi, cura e/o prevenzione che possono affiancare e integrare il filone della medicina convenzionale, ma che rimangono da essa distinti per una serie di motivi di ordine culturale, sociale, economico e scientifico.
Le CAM comprendono oltre un centinaio di differenti discipline accomunate dalla concezione di salute come stato di equilibrio dinamico tra forze opposte e di malattia come stato di squilibrio energetico, sociale e fisico.
L'approccio scelto dai seguaci delle medicine alternative è nei fatti assai diverso da quello classicamente utilizzato in medicina. Le divergenze riguardano in particolare i concetti di salute, malattia, diagnosi, terapia e il rapporto medico/paziente.
Se per la medicina convenzionale la salute consiste nella semplice assenza della malattia, che si configura come deviazione di alcune strutture dell'organismo, per quella non convenzionale la salute deriva dall'equilibrio fra forze opposte, interne ed esterne all'individuo, e la malattia altro non è che un messaggio del nostro corpo che ci segnala la presenza di forze distruttive o processi di aggressione in atto dentro di noi.
Se la diagnosi della medicina convenzionale è morfologica, quella della medicina non convenzionale è di tipo funzionale: la prima concepisce la terapia come eliminazione della cause della patologia, la seconda come rinforzo delle energie costruttive. Se nel primo caso il percorso terapeutico comporta una visione del paziente come fruitore ed esecutore passivo delle decisioni del medico, nel secondo è prevista una partecipazione attiva del paziente che diviene protagonista del processo terapeutico.