Nido e Asili: il primo distacco dalla famiglia, l’importanza della socializzazione

La trasformazione della famiglia avvenuta nell'ultimo secolo rende necessario, sempre più spesso, ricorrere alle istituzioni per l'allevamento e la cura dei figli.

La famiglia è diventata infatti mononucleare: non ci sono nella stessa abitazione altre figure parentali al di fuori dei genitori ed è molto alta la percentuale di figli unici.

Inoltre, molte donne lavorano fuori casa e al compimento del terzo mese di vita del bambino devono riprendere l'attività lavorativa. La decisione di far frequentare al proprio figlio il nido rappresenta il primo distacco del piccolo dalla famiglia e genera ansia e preoccupazione nei genitori: soffrirà, tra tanti altri bambini gli sarà prestata attenzione, degli estranei potranno volergli bene, si ammalerà frequentemente? La conseguenza è che i genitori potranno vivere con grandi sensi di colpa la decisione di portare al nido il proprio bambino.

È quindi molto importante che l'inserimento avvenga in modo graduale con una frequenza iniziale di solo poche ore sempre in compagnia della madre, che continua in questo modo a far da tramite tra il bambino, il nuovo ambiente, le persone adulte e gli altri piccoli. Superato il periodo dell'inserimento, il genitore viene sollecitato a favorire il momento del distacco quotidiano intrattenendosi solo un poco, ma provando a giocare per introdurlo nel gruppo degli altri bambini. E le stesse modalità di aiuto perché il piccolo possa superare la prima separazione dalla famiglia vengono attuate all'inizio della scuola materna, in particolare con i bambini che non hanno prima frequentato il nido.


I primi veri e propri rapporti sociali con i compagni si sviluppano molto dopo l'anno d'età. È intorno ai due anni, infatti, che l'atteggiamento del bambino cambia: egli diventa cooperativo, comincia a manifestare le sue prime preferenze anche se gli scambi interpersonali con i coetanei sono limitati poiché a quell'età i bambini giocano e parlano realizzando attività e monologhi paralleli e adiacenti, ma non ancora insieme. È invece durante gli anni della scuola materna che si sviluppa maggiormente il processo di socializzazione: il bambino esce dalla fase egocentrica e vede gli altri, si confronta, comunica, il gruppo comincia a svolgere una notevole azione normativa e disciplinare. Alla scuola materna, oltretutto, le classi sono formate generalmente da bambini di tre diverse età. Così, gli amici più piccoli inducono il bambino a un atteggiamento protettivo e altruistico che gli insegna a dominare e rafforzare le regole del comportamento; gli amici più grandi, invece, gli consentono di apprendere per imitazione comportamenti sociali più maturi.

Il bambino, dunque, ha bisogno di confrontarsi e interagire con altri che siano simili a lui per capacità sociali e mentali, in modo da acquisire consapevolezza delle proprie forze e dei propri limiti. Solo così imparerà a tenere a freno le proprie pretese e l'egocentrica esibizione del proprio Io, solo così raggiungerà un assetto emotivo completo ed equilibrato.