oligofrenìa
(o insufficienza mentale, o frenastenia), sindrome caratterizzata da un deficiente sviluppo dell'intelligenza con difficile adattamento alla realtà; si differenzia pertanto dalla demenza, in cui si verifica un deterioramento delle funzioni intellettive quando queste sono già completamente sviluppate. Le cause possono essere: genetiche, fattori che intervengono nella vita intrauterina (per esempio, malattie infettive o intossicazioni), sofferenze da parto, malattie dell'età infantile. Le cosiddette pseudoligofrenie non sono legate a cause organiche, ma sono legate a fattori di ordine psicologico-ambientale (scarsa stimolazione ambientale, carenze educative scolastiche, affettive ecc.) o a fattori che interferiscono con l'apprendimento (disturbi visivi, uditivi, malattie somatiche di lunga durata, epilessie ecc.). Si distinguono oligofrenìe gravi, medie, lievi, e forme di ritardo mentale (o intelligenza subnormale). Il quadro clinico è identificato dalla globale alterazione delle funzioni intellettive con turbe psicomotorie e comportamentali; spesso si associano alterazioni della personalità e aspetti psicopatologici (reazioni abnormi, quadri psicotici, in particolare quadri di tipo schizofrenico). Il trattamento delle oligofrenìe prevede: la correzione delle eventuali cause organiche; misure di tipo rieducativo e riabilitativo per favorire l'adattamento lavorativo, ambientale e sociale (lavoro "protetto"; se possibile, l'insegnamento scolastico elementare ecc.); eventuale terapia con psicofarmaci (con cautela) per disturbi affettivi, comportamentali e psicotici. Il recupero di questi pazienti dipende largamente dalla gravità del deficit intellettivo; nelle pseudoligofrenie la prognosi è favorevole se si interviene precocemente.