antiMAO
farmaci utilizzati nella terapia della depressione. Il loro meccanismo d'azione è dovuto al blocco irreversibile delle monoaminossidasi (MAO), enzimi che distruggono le monoamine cerebrali (noradrenalina, adrenalina, dopamina e serotonina), che quindi risulteranno aumentate a livello del sistema nervoso centrale. Appartengono a questa categoria di farmaci la fenelzina, la tranilcipromina e l'isocarbossazide. Gli antiMAO possiedono un'elevata attività disinibitoria: stimolano l'attività motoria, riducono l'inerzia e l'astenia; hanno azione antidepressiva con miglioramento dell'umore. Non possiedono effetto ansiolitico, perciò solitamente si associano alle benzodiazepine. La terapia iniziata a dosaggio pieno potrà poi essere ridotta e adattata ai singoli casi. Sono particolarmente indicati nelle depressioni acute, come quelle provocate da avvenimenti dolorosi, in cui non si prevede un decorso cronico. L'uso di tali farmaci richiede infatti alcune precauzioni: una dieta priva di formaggi fermentati e grassi, di pesci salati, di vino, di carni conservate e in genere di tutti quegli alimenti che contengono tiramina, per evitare il rischio di crisi ipertensive (gli antiMAO bloccano anche le monoaminossidasi epatiche, che inducono un aumento dell'assorbimento di tiramina, sostanza in grado di determinare un innalzamento della pressione); è necessario inoltre evitare l'associazione con farmaci antidepressivi triciclici, lasciando passare almeno dieci giorni prima di iniziare una terapia antidepressiva con tali farmaci. Proprio perché richiedono l'adozione di diverse misure precauzionali, l'uso di antiMAO è attualmente piuttosto raro.