iperico

pianta della famiglia delle Ipericacee, conosciuta anche come erba di San Giovanni perché fiorisce intorno al 24 giugno. Usato in passato come rimedio vulnerario, utile cioè nel favorire la cicatrizzazione delle ferite e delle ustioni, oggi l'estratto ottenuto dalle sommità fiorite ed essiccate dell'iperico viene considerato come inibitore dell'enzima MAO e quindi come antidepressivo.
Ben noto e ampiamente utilizzato nei paesi del Nord Europa, negli ultimi anni l'iperico è stato oggetto di studio e di interesse anche da parte dell'industria farmaceutica. Un'indagine condotta da ricercatori tedeschi su 1.700 pazienti depressi non ospedalizzati (British Medical Journal, 1996) ha dimostrato che l'estratto di iperico possiede un'attività significativamente superiore a quella del placebo e paragonabile a quella degli antidepressivi di uso corrente. Ulteriori studi dovranno valutare l'efficacia dei diversi tipi di estratto in rapporto ai vari tipi di depressione. Quanto al meccanismo d'azione, è stato confermato che l'estratto idroalcolico di iperico inibisce la MAO.
Gli effetti collaterali sono lievi, ma l'uso dell'iperico presenta qualche insidia. Come antidepressivo, ad esempio, non ha azione rapida. Poi c'è il rischio della fotosensibilità: nel corso del trattamento può svilupparsi una fotodermatosi in caso di esposizione a un'intensa radiazione solare.
Si ritiene che l'iperico abbia anche un'attività antivirale, che ne giustificherebbe l'impiego nei soggetti con infezione da HIV.