funghi
(o miceti), vegetali appartenenti alle Tallofite, privi di clorofilla, che vivono come saprofiti e simbionti di animali e vegetali. Possono essere unicellulari, di dimensioni microscopiche, oppure pluricellulari e organizzarsi in forme di notevole grandezza e svilupparsi formando filamenti detti "ife", ramificati e intrecciati tra loro (ife vegetative), che danno origine a una particolare struttura detta micelio. Le ife possono essere costituite da catene di cellule per la presenza di pareti trasversali dette setti (ife settate). Nelle ife è ben evidente una parete; all'interno si trova il citoplasma con masserelle di cromatina e i nuclei. I funghi si riproducono mediante spore, che sono asessuate o sessuate, a seconda che la formazione della nuova cellula avvenga con o senza fusione dei nuclei. Ai funghi asessuati appartengono i funghi imperfetti, che costituiscono la maggior parte dei generi patogeni per la specie umana. Molti di questi microrganismi appartengono a generi che colonizzano come saprofiti il tratto gastrointestinale umano in una fase molto precoce della vita, verosimilmente in seguito a contatto diretto (da persona a persona), diventando un normale costituente della flora batterica locale. In particolari condizioni, si può assistere alla virulentazione di questi funghi, che assumono caratteristiche patogene con la capacità di dare origine a ben precisi quadri infettivi. In altri casi, l'infezione fungina può essere acquisita dall'ambiente esterno, in seguito all'introduzione nell'organismo di materiali naturali sui quali i funghi patogeni vivono allo stato saprofitico; i meccanismi più frequenti attraverso i quali si ha questa contaminazione sono l'inalazione e l'inoculazione cutanea-sottocutanea.
Avvelenamento da funghi
La sindrome provocata dall'ingestione di funghi tossici (o velenosi) varia a seconda della specie e della quantità di funghi ingerita: da lievi quadri di disturbi gastroenterici a casi rapidamente mortali. L'avvelenamento è in genere dovuto al consumo di specie sconosciute o confuse con funghi mangerecci. La prevenzione consiste nel consumare soltanto varietà ben note e, nei casi dubbi, rivolgersi all'esperto micologo presso l'USL. Assolutamente errati sono i metodi popolari ed empirici di riconoscimento, come la somministrazione ad animali domestici o la valutazione del cambiamento di colore dopo il taglio. Esistono due tipi fondamentali di avvelenamento: sindromi a breve incubazione (da 15 minuti a 4-5 ore), in genere benigne, con alterazioni del sistema nervoso vegetativo o del metabolismo intermedio anche imponenti, ma reversibili; sindromi a lunga incubazione (da 7-8 ore a parecchi giorni), più gravi, in cui i sintomi insorgono quando ormai si è prodotta una lesione anatomopatologica poco sensibile alle terapie. In caso di avvelenamento occorre rivolgersi quanto prima al pronto soccorso. L'unico provvedimento ragionevole, se i sintomi iniziano immediatamente dopo l'ingestione dei funghi, è tentare di provocare il vomito; se i sintomi si manifestano qualche ora dopo il pasto, il vomito è inutile. Va evitata la somministrazione di qualsiasi sostanza. Occorre fornire al medico le maggiori informazioni possibili sul funghi consumato, anche portando gli avanzi del pasto.