impetìgine
dermatite che fa parte del gruppo delle piodermiti; colpisce soprattutto neonati, bambini e giovani adulti, specialmente nella stagione estiva. Si trasmette per contatto diretto o mediato (asciugamani, cuscini); talora si può assistere a piccole epidemie in comunità infantili. È caratterizzata da una eruzione di vescicole di pochi millimetri di diametro; quando queste lesioni si rompono fuoriesce una secrezione sieropurulenta, fluida, di colorito paglierino, che, essiccandosi, dà origine a croste stratificate, di colore giallo oro, poco aderenti, che tendono a cadere spontaneamente senza lasciare cicatrici. Compare con maggiore frequenza nelle regioni esposte (viso, collo). L'impetìgine del cuoio capelluto è una frequente complicazione della pediculosi. L'agente causale è Streptococcus pyogenes; a volte è implicato Staphylococcus aureus, che determina formazione di vescicole più grandi e di bolle.
Il decorso è acuto e usualmente benigno. È possibile, nei casi a eziologia streptococcica, la comparsa di una glomerulonefrite 3 settimane dopo l'insorgenza delle lesioni cutanee. Il trattamento è: locale, con soluzioni antisettiche e antibiotiche, nelle forme localizzate; nelle forme estese o resistenti alla terapia locale, gli antibiotici vanno somministrati per via sistemica. Importante il controllo delle persone conviventi con il soggetto ammalato, data la contagiosità dell'affezione; importante è anche attenersi a opportune norme igieniche per evitare l'autoinoculazione e le reinfezioni.