sviluppo neuromotorio e psìchico
maturazione del sistema nervoso centrale e periferico e progressivo sviluppo e affinamento delle funzioni motorie che iniziano nel feto e possono dirsi completi alla fine dell'infanzia. Il bambino a termine di gravidanza possiede una serie di capacità motorie che gli consentono di favorire il travaglio e il parto (riconoscibili nei riflessi della marcia automatica e della risposta di sostegno positiva), di sopravvivere nel nuovo ambiente grazie al riflesso di suzione e di ricerca del capezzolo (riflesso dei punti cardinali). Alla nascita egli presenta un'ipertonia flessoria generalizzata, che dopo le prime settimane scompare lentamente per lasciare il posto alla funzione di raddrizzamento: verso il secondo-terzo mese inizia il controllo del capo. Poi, man mano, la colonna vertebrale si raddrizza e verso il quinto-sesto mese il bambino messo in posizione prona si solleva sulle braccia e raddrizza capo e tronco. Verso il settimo-ottavo mese il raddrizzamento è giunto alle prime vertebre lombari e il bambino può stare seduto da solo, ha acquisito la capacità di parare le cadute allargando le braccia in basso, in avanti e lateralmente, inizia a rotolare su se stesso, afferra gli oggetti con una mano e li avvicina alla bocca per ispezionarli, coordinando correttamente, con il controllo degli occhi, la traiettoria della mano. La marcia a quattro zampe comincia verso l'ottavo-decimo mese, la marcia bipede verso il dodicesimo-tredicesimo mese. Alcuni bambini acquisiscono prima la marcia bipede e solo dopo quella quadrupede, ma ciò non costituisce un problema. Contemporaneamente compaiono le reazioni d'equilibrio (indispensabili per poter effettuare tutti gli spostamenti di carico, per i cambiamenti di posizione e per la marcia bipede senza appoggio), che si completano verso il terzo-quarto anno.
Lo sviluppo delle capacità neuropsichiche
La coordinazione motoria migliora man mano, affinando i movimenti, cosa che permette al bambino di acquisire nuove esperienze. Esso apprende sperimentando, e nei primi anni di vita l'apprendimento e le funzioni visiva, motoria, uditiva ecc. si sviluppano parallelamente. Le prime forme di apprendimento sono già presenti nei primi mesi di vita: verso il terzo mese il bambino segue con lo sguardo il volto della persona che lo accudisce maggiormente e a questa sorride intenzionalmente (sin dalle prime settimane i bambini sono in grado di vedere una pallina rossa di 10 cm di diametro a 20 cm di distanza). Se si pone un giochino pensile sulla culla a distanza tale da poterlo toccare, il bambino è in grado di farlo muovere. Le mani e la bocca sono importantissime per i processi di conoscenza: verso il quinto-settimo mese afferra gli oggetti, li osserva, li porta alla bocca e li lecca, li strappa per imparare a conoscerli. A sette-otto mesi è in grado di riconoscere se una persona appena arrivata è un estraneo, e spesso reagisce piangendo. Verso l'anno inizia a pronunciare le prime parole, in genere bisillabi. In seguito apprende l'uso degli oggetti, e a servirsene per raggiungere uno scopo; impara che un oggetto sparito dietro una tenda esiste ancora e lo va a cercare, che un bicchiere pieno d'acqua va portato alla bocca con maggior cautela di uno quasi vuoto. Al secondo anno sa utilizzare il linguaggio in modo da farsi capire dai genitori con frasi di più parole. Impara a trattenere le feci e le urine. Alla fine della prima infanzia lo sviluppo neuromotorio può dirsi completo: le funzioni saranno ulteriormente affinate, ma sono già tutte presenti. Anche lo sviluppo psichico e cognitivo è ben avviato. È importante che il bambino non sia stimolato eccessivamente, e che i genitori non pretendano prestazioni al di sopra della sua età: ciò potrebbe indurre il bambino a pensare che in caso di insuccesso i genitori potrebbero non amarlo più; oppure il bambino potrebbe sentire questo atteggiamento come coercitivo e reagire rifiutando qualsiasi forma di apprendimento.