acqua potàbile
in generale, l'acqua che può essere bevuta senza danno per la salute. Secondo la legge, per essere considerata potabile, l'acqua, oltre che risultare di sapore accettabile, deve rispondere a precisi requisiti fisico-chimici e biologici. È assai raro, oggi, trovare fonti idriche naturali che rispondano completamente a tali requisiti, soprattutto nelle aree urbane o dove più intense sono le attività agricole o industriali. Infatti l'acqua rappresenta uno dei solventi più efficaci di quasi tutte le sostanze chimiche oggi utilizzate, le quali pertanto vi si possono disciogliere inquinandola. Particolarmente, le acque superficiali (fiumi e laghi), utilizzate a scopo potabile quando quelle profonde sono insufficienti o inquinate, possono rappresentare un veicolo per microrganismi, anche patogeni.
I trattamenti di potabilizzazione
Prima di essere distribuita alle popolazioni, spesso l'acqua deve subire diversi trattamenti di potabilizzazione, in osservanza ai limiti imposti dalla legge. Le caratteristiche più importanti che un'acqua potàbile deve garantire consistono nell'assenza di colore, odore, sapore, e nella limpidezza e freschezza (parametri fisici). Riguardo ai parametri chimici, i processi di potabilizzazione (filtrazioni, decantazioni, chiarificazioni, flocculazioni) devono garantire la produzione di un'acqua esente da certe sostanze tossiche, e con minime quantità di altri composti diversamente rischiosi per la salute. Infine, la disinfezione, effettuata mediante derivati del cloro e ozono, consente di produrre acqua potàbile purificata dai microrganismi patogeni e contenente una minima quantità di microrganismi innocui per la salute (saprofiti). Si ricorda che il fastidioso odore di cloro, spesso avvertito aprendo il rubinetto di casa, rappresenta una garanzia di acqua potàbile esente da microrganismi patogeni, che fino ai primi decenni del XX secolo provocavano gravissime epidemie.