La nostra storia: la strage di Bologna
La stazione di Bologna dopo l'esplosione Sabato 2 agosto 1980 alle ore 10:25 nella sala d'aspetto della stazione di Bologna scoppiò un ordigno contenuto in una valigia abbandonata. La stazione era gremita di persone e la bomba provocò il crollo dell'ala ovest dell'edificio.
Le macerie della pensilina del 1° binario L'ordigno distrusse anche trenta metri della pensilina e investì il treno Ancona-Chiasso che si trovava sul primo binario. Venne distrutto anche il parcheggio dei taxi antistante la stazione.
Le macerie davanti alla stazione L'esplosione causò 85 vittime e 200 feriti. Molti viaggiatori e cittadini contribuirono ad estrarre le persone rimaste sotto le macerie. Non essendo sufficienti le ambulanze vennero impiegati anche degli autobus, soprattutto quello della linea 37, per trasportare i feriti verso gli ospedali.
I funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana a Milano Come era già avvenuto per la Strage alla banca dell'Agricoltura di piazza Fontana nel 1969, anche per il drammatico episodio di Bologna ci fu molta confusione nelle indagini e vennero seguite varie piste. Non si arrivò mai a una soluzione definitiva del caso, restando in una situazione di incertezza tipica di altri tragici avvenimenti della strategia della tensione.
La Basilica di San Petronio a Bologna Il funerale collettivo delle vittime della Strage di Bologna si tenne il 6 agosto 1980 nella Basilica di San Petronio. Solo 7 vittime ebbero il funerale di stato.
Manifestazione a Bologna Nei giorni successivi alla strage si svolsero manifestazioni in Piazza Maggiore perchè i cittadini, sdegnati, protestavano contro i rappresentanti del Governo. Il 2 agosto è considerata la giornata in memoria di tutte le stragi, a Bologna viene organizzato ogni anno un concorso internazionale di composizione musicale con concerto.
La stazione centrale di Bologna Quando venne ricostruita l'ala della stazione distrutta venne creato uno squarcio nella muratura in ricordo della strage. Nel punto dello scoppio venne mantenuta la pavimentazione originale e vi è stata posta la lapide coi nomi delle vittime.
Il presidente del Consiglio Francesco Cossiga In un primo momento dopo l'attentato, l'opinione del governo italiano, presieduto da Francesco Cossiga, e delle forze di polizia fu che lo scoppio era dovuto a cause fortuite. Venne detto che era scoppiata una caldaia nei sotterranei.
Il Palazzo di Giustizia sede della Corte Suprema di Cassazione Il 23 novembre 1995 si giunse ad una sentenza definitiva della Corte di Cassazione in cui vennero condannati all'ergastolo, come esecutori dell'attentato, i neofascisti Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si dichiararono innocenti. Alcuni agenti del Sismi e Licio Gelli, capo della P2, vennero condannati per depistaggio delle indagini.