Furbetti del quartierino
Si tratta di un espressione idiomatica nata nel gergo romanesco che dal 2006 è usata comunemente nel linguaggio giornalistico. Il primo a servirsi di questo concetto fu Stefano Ricucci riferendosi alle banche estere che tentavano la scalata a due banche italiane; secondo il parere di Ricucci il comportamento di tali banche era simile a quello dei furbi malavitosi dei quartieri di Roma riuniti in bande per organizzare scorrerie poco lecite. I giornalisti però ribaltarono il senso di questa frase, identificando i furbetti di quartiere proprio in Ricucci e i suoi affiliati, poi indagati per frode e truffa. Genericamente con questa espressione si identificano individui arroganti e pieni di sé, anche se ingenui, che si comportano illegalmente. Da qui, il linguaggio giornalistico qualifica il comportamento doppio e torbido di tutte quelle figure che nascondono le proprie intenzioni per vantaggi personali.