La voce di Dante, magia e passione della parola: intervista a Lucilla Giagnoni

Una voce viva e ancora attuale è quella che Lucilla Giagnogni, autrice, interprete, narratrice, attribuisce a Dante. E se il Sommo Poeta oggi non ha eguali, Giagnoni incorona comunque Bob Dylan come icona dantesca contemporanea.

Lucilla Giagnoni è una che con le parole ci sa fare. Sono il suo lavoro e la sua vita, le conosce, le studia, le ama visceralmente. La sua riflessione su Dante è una testimonianza empatica: trasuda passione a ogni passaggio dell’intervista e trasmette con empatia il senso profondo del suo rapporto tutto personale con il poeta e la Commedia.

In dialogo con il poeta

“Con Dante io ci parlo, lo ascolto e interpreto la sua voce. Dante è vivo e la sua opera con lui”. Non siamo in presenza solamente di una professionista che recita versi danteschi con una tecnica impeccabile ed efficace (suoi i Vespri danteschi, l’interpretazione di tutti i 100 canti della Commedia); abbiamo di fronte prima di tutto un’ostinata contemplatrice della voce di Dante.

E che cosa può dirci oggi questa voce? Lucilla Giagnoni avanza una sua risposta: Dante nella sua vita ha attraversato molte “selve oscure”; è stato esiliato, mendicante, vagabondo… e, nonostante tutto, poeta. Nel nostro tempo, buio e complicato, Dante attraverso la pòiesis, la capacità di “fare il mondo”, ci può insegnare come andare oltre la selva e oltre ogni limite con l’immaginazione e la possibilità di generare futuro.

Musicisti come Dante?

“Una società del consumo, come quella di oggi, ha perso l’anima, l’immaginazione, ha smarrito la capacità poietica e non può aspirare a produrre un Dante.” Difficile quindi pensare a un alter ego del poeta in versione moderna. Ciò che lo distingueva e che ancora oggi lo fa emergere era la sua capacità di produrre visioni di futuro: oggi chi è in grado di fare una cosa simile? Lucilla Giagnoni è convinta che nessuno abbia una tale statura, ma azzarda un’ipotesi: “I musicisti oggi sono forse quelli che si avvicinano di più alla dimensione di Dante, perché scardinano la lingua e creano mondi immaginari”. Non se ne abbiano a male i dantisti, ma forse potrebbe toccare a Bob Dylan rivestire il ruolo di icona dantesca contemporanea.

Cibo per la vita spirituale

Lo dice sorridendo, con la proverbiale bonaria “superbia” dei toscani: “Sono nata e cresciuta a Firenze, e battezzata nel Battistero di San Giovanni in cui è stato battezzato Dante”. Il suo rapporto con il poeta evidentemente ha avuto solide origini ed è proseguito grazie alla nonna Bianca, pastora delle colline toscane, che come molti vecchi della sua terra e della sua generazione conosceva a memoria lunghi passi della Divina Commedia e li recitava alla piccola Lucilla durante la sua infanzia. Un nutrimento vitale, una vera “lingua madre” che da allora ha irrorato il suo spirito e non solo: “Ogni sillaba della Divina Commedia è stata pronunciata a voce alta dal mio corpo, è passata attraverso il mio sangue”. 

Commedia al femminile

Il capolavoro dantesco nasconde un lato femminile, niente affatto secondario. Oltre alle donne iconiche del poema, da Francesca a Beatrice fino alla Vergine Maria, l’aspetto più intrigante del femminile nella Divina Commedia si rivela nella terzina finale, dove una figura femminile umana indica la strada per il pieno compimento dell’umanità: l’unione degli opposti, la conciliazione dei contrari. Un’impresa umanamente impossibile, espressa attraverso versi paradossali dall’eccelso valore poetico: vergine e madre, figlia del tuo figlio, umile e alta. Qui sta la via della salvezza: non opporsi né dominare, ma cercare la relazione e l’incontro con l’altro. Un’azione che è possibile solamente alla dimensione “femminile” che alberga in ogni essere umano, sintesi di questa unificazione degli opposti.
Per questo, su un’ipotetica isola deserta, Lucilla Giagnoni di tutta la Commedia si porterebbe una sola parola, la più preziosa, quella che non a caso chiude ognuna delle tre cantiche e che parla proprio di pluralità, di unione, di armonia, di infinito: “stelle”.

Chi è Lucilla Giagnoni

Autrice, interprete, narratrice. Ha scritto numerosi monologhi tra cui spicca Vergine madre (trasmesso da Rai 2), che ha vinto nel 2007 il premio Persefone come miglior regia e drammaturgia per lo spettacolo teatrale in televisione. Come artista e ricercatrice si occupa del dialogo fra i linguaggi umani: testo sacro e scienza, fiaba e paleontologia, poesia e video gioco. I suoi ultimi lavori: Big Bang, Apocalisse, Ecce Homo, Furiosa Mente, Magnificat sono presentati in tutti i teatri italiani. Oltre a proporre un suo originale metodo di approccio alla Divina Commedia, insegna narrazione e comunicazione, collaborando con ogni tipo di scuola, dalla Holden di Torino all’Università Cattolica di Brescia e di Milano, alla nuova sperimentazione on line, e con Centri Teatrali, rivolgendosi a studenti, manager, artisti, insegnanti, lettori, narratori, esploratori. È direttrice artistica del Teatro Faraggiana di Novara. 
Tiene anche corsi sulla poesia e su Dante per le scuole: 
Poesia ad alta voce - Dante e la Divina Commedia
Lezioni di Lucilla Giagnoni che legge, commenta e svela i segreti della grande Poesia.