Saiga

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NOME ITALIANO: Saiga

SPECIE: Saiga tatarica

LUNGHEZZA: 1-1,5 m

DISTRIBUZIONE: Dal Mar Caspio alla Mongolia

PHYLUM: Cordati

CLASSE: Mammiferi

ORDINE: Artiodattili

FAMIGLIA: Bovidi

GENERE: Saiga

Altra macrocategoria: Antilopi

Pericolo estinzione

Detta anche antilope delle steppe, la saiga è presente nelle zone semidesertiche e nelle steppe comprese tra il Mar Caspio e il Lago Bajkal, nonché nel Deserto del Gobi. Pesa da 25 a 40 chilogrammi e ha mantello diverso a seconda della stagione: in estate è a pelo corto, giallo-rossiccio su dorso e collo, più chiaro sul ventre; d’inverno è folto e lungo, grigio opaco su dorso e collo, più chiaro e con ombreggiature marrone-grigio sul ventre. La testa è grande e massiccia; le corna – presenti solo nel maschio – sono anellate, non molto lunghe e disposte verticalmente. Caratteristica è la forma delle narici, gonfie e protrattili a formare una sorta di piccola proboscide: provvista di ghiandole interne che catturano le particelle d’acqua sospese nell’aria, questa protuberanza si rivela molto utile nelle regioni aride e sabbiose in cui vive l’animale. La saiga è poligama: nella stagione degli amori costituisce piccoli gruppi comprendenti più femmine e un solo maschio, che custodisce gelosamente il suo harem. Alla conclusione del periodo riproduttivo, durante il quale gli accoppiamenti avvengono di notte – evento piuttosto raro tra gli Ungulati –, i maschi sono così stremati che solo il 15 per cento di loro sopravvive ai rigori dell’inverno successivo. Tra aprile e maggio vengono alla luce i piccoli, che nel giro di pochi giorni sono già in grado di correre veloci al fianco della madre. La saiga è in pericolo di estinzione sia a causa della caccia (le corna sono impiegate nella medicina tradizionale cinese), sia della distruzione dell’habitat e delle rotte migratorie.