zodiacale
agg. [sec. XIV; da zodiaco]. Proprio dello zodiaco: i segni zodiacali, le dodici costellazioni. § Luce zodiacale, debole bagliore a forma lenticolare, osservabile lungo l'eclittica poco dopo il tramonto sull'orizzonte W, o poco prima dell'alba, sull'orizzonte E; meglio apprezzabile quindi dalle regioni tropicali ove l'eclittica si proietta nel cielo in direzione pressoché ortogonale. La luce zodiacale, scoperta nel 1683 da G. D. Cassini, è il risultato della riflessione della luce del Sole sulla polvere meteorica e sugli elettroni liberi diffusi sul piano dell'eclittica: le osservazioni fotografiche hanno rivelato la presenza di una banda zodiacale che si estende lungo tutta l'eclittica fino a formare, nella direzione opposta al Sole, una zona luminosa secondaria, chiamata gegenschein, o counterglow. Sembra esistere continuità fra la luce zodiacale e la corona solare F; lo spettro della prima è identico a quello del Sole; la sua densità è compresa fra 10-19 e 10-22 g ∤cm‒3. Alla distanza angolare di 40º dalla posizione del Sole, la luce zodiacale presenta una luminosità equivalente a quella di 900 stelle di 10m per grado quadrato di cielo.