ziniàntropo
sm. [da Zinj, variante di Zeng+-antropo]. Denominazione (Zinjanthropus boisei) attribuita dal paleontologo inglese L. Leakey a un australopitecoide portato alla luce dallo stesso, nel 1959, nella famosa cava di Olduvai in Tanzania. Questo australopitecide presenta caratteristiche scheletriche abbastanza prossime a quelle dell'Australopithecus robustus; l'affinità morfologica è tale che, secondo molti studiosi, sarebbe più corretto abolire il genere ziniantropo e includerne i resti nella classificazione del genere Australopithecus come Australopithecus boisei. Lo ziniantropo, cui si attribuisce un'età di ca. 2.000.000 di anni, presenta un cranio molto robusto di ca. 600 cm3, con fronte sfuggente, visiera sopraorbitaria e marcata cresta sagittale; la faccia è massiccia e grossolana, a narici di tipo pitecoide e pronunciato prognatismo; l'arcata dentaria superiore richiama quella dell'Australopithecus robustus.