vigógna

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sf. [sec. XVI; dallo spagnolo vicuña, di origine quechua].

1) Artiodattilo tilopode (Lama vicugna) della famiglia dei Camelidi, lungo da 130 a 190 cm, alto alla spalla 70-110 cm, con coda di 15-25 cm; pesa ca. 50 kg. Più piccolo del guanaco e del lama, ha capo più corto e orecchie più allungate, manto giallo-rossiccio, scuro nelle parti superiori del corpo, bianco sulla gola e sul petto, dove forma una criniera. Vive sull'altopiano delle Ande, in genere tra 4000 e 5000 m, dove si ciba di erbe. Si associa in gruppi familiari o in gruppi di giovani maschi (20-70 capi) secondo i casi. Gli accoppiamenti hanno luogo tra aprile e giugno e le nascite avvengono dopo 10 mesi di gestazione. La maturità sessuale è acquisita a un anno. La vigogna subì un forte decremento numerico dall'epoca della colonizzazione spagnola, a seguito dell'accanita caccia per le carni e soprattutto per la lana, considerata la migliore del mondo. Nel 1825 fu emessa una legge protettiva per tutto il Perú e la Bolivia, dove iniziò pure l'allevamento estensivo. Tuttavia la caccia continuò e oggi la specie allo stato selvatico è in pericolo d'estinzione.

2) Tessuto di lana, morbido e caldissimo, realizzato con filati provenienti dal vello dell'animale omonimo. Viene utilizzato per la confezione di completi da uomo, cappotti, gonne.

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